Extra

Fräulein, la recensione del film

Giovedì, 26 Maggio 2016 18:17

Esce oggi nelle sale Fräulein, primo film a soggetto di Caterina Carone.

Ambientato tra le montagne del trentino, racconta la storia di un incontro tra un’austera zitella e un turista misterioso. Con un attore da novanta che riserva una sorpresa inaspettata.

Fräulein – Una fiaba d’inverno è un film piccolo piccolo, scritto e diretto dall’esordiente Caterina Carone, che rischierà di passare inosservato data l’esigua distribuzione (25 sale). Tuttavia, nasconde una coppia d’attori che merita tutto il successo possibile. Uno il successo ce l’ha già, avendo cominciato una carriera nel cinema che conta all around the world per poi aver preferito le valanghe di milioni interpretando sempre, solo, il solito personaggio. Figlio di un mostro sacro della settima arte, si chiama Christian De Sica. L’altra ha un curriculum lungo così, ha fatto più teatro che cinema ed è stata consacrata dalla fiction Una mamma imperfetta, di Ivan Cotroneo. Ha 39 anni, brilla di un fascino più nordico che mediterraneo e si chiama Lucia Mascino.

Si pronuncia froilen. É l’equivalente italiano di zitella, con l’accezione vagamente spregiativa che ne consegue: un po’ acida, poco curata, testarda, introversa, quasi stronza. Così è Regina, proprietaria di un piccolo albergo, chiuso da anni e in pessime condizioni, situato in un piccolo paesino altoatesino. Durante una tempesta solare, che influirà sull’umore della comunità che la circonda, le bussa un buffo turista con la pretesa di farsi dare una camera. Si tratta di Walter Bonelli, un sessantenne che chiede gentilmente di soggiornare nella stanza numero tre. Perchè? Comincia così una difficile convivenza in cui non proprio tutto è come sembra.

Caterina Carone viene dal documentario, con cui ha vinto diversi riconoscimenti, dal festival di Torino al Premio Solinas. Ha scelto di esordire nel cinema di finzione scegliendo un approccio inconsueto. Non solo le scenografie, ma il linguaggio e la forma della messa in scena (precisa e rigorosa) assomigliano molto alla commedia francese e tedesca. Quasi tutto è essenziale, si procede per sottrazione e le battute risultano calibrate e godibili grazie a una sceneggiatura senza fronzoli.

E’ un film che funziona. Una storia che vanta anche un discreto livello di tensione narrativa, fornendo, è vero, risposte prevedibili ma capace di concludersi con un finale degno del miglior cinema europeo.

Fräulein racconta la forza salvifica di un’amicizia che nasce. In particolare, un’amicizia tra un uomo e una donna, tema indubbiamente poco frequentato nella commedia, non solo italiana. Si ride poco, si sorride molto: il film è pervaso da una malinconia latente che via via lascia spazio alla gioiosa fuga da una vera e propria selva oscura nel quale sono precipitate le due anime protagoniste. A fare da sfondo, troviamo personaggi che sembrano usciti da un film di Tim Burton, da cui la regista ha dichiarato d’aver tratto ispirazione. Burtoniani sono anche l’hotel di Regina – un vero e proprio castelletto diroccato, di notte esoterico e spettrale – e gli scorci del paese, il bosco e il lago ghiacciato.

Tuttavia, al di là dei meriti dell’opera e del talento cristallino (unito a un’ottima capacità di trasformismo) di Lucia Mascino, siamo costretti a soddisfare la vostra curiosità su De Sica. Ce la fa? È credibile? Può interpretare altro che non sia trash? La risposta la trovate all’inizio dell’articolo, perché il successo che gli si augura si spera derivi proprio da film come questo. Un personaggio confuso e confusionario, sommesso, a tratti inquieto e dallo sguardo di chi nasconde il dramma più grande di tutti. Di fronte ai giornalisti, ha confessato il suo vorrei ma non posso: gli piacerebbe recitare in pellicole diverse dai cinepanettoni ma i registi e i produttori nostrani gli propongono sempre gli stessi ruoli. Per una terza età meno ricca ma assai più dignitosa, ci sentiamo di consigliargli meno Parenti e Vanzina e più Carone et similia.

di Paolo Di Marcelli

Fräulein: il trailer