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Il Piano di Maggie: a cosa servono gli uomini?

Mercoledì, 29 Giugno 2016 08:48

Recensione e trailer de "Il Piano di Maggie", nelle sale dal 30 giugno; commedia fresca e divertente, che rigenera il pubblico con un carico di speranza attraverso le nuove correnti di pensiero delle relazioni di coppia. Un film di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke e Julianne Moore. Tratto dal libro “A cosa servono gli uomini” di Karen Rinaldi.

Arriva l’estate, il periodo più spensierato dell’anno; non può quindi mancare nelle sale cinematografiche una commedia che diverte il pubblico con la sua leggerezza e la sua comicità. La protagonista de "Il Piano di Maggie" è una ragazza sui 30 anni, Maggie (interpretata dalla nuova promessa Greta Gerwig), strampalata, vestita di colori eccentrici, sciarponi di lana, calze vistose, gonne vintage stile “grandma”, che vive sommersa da una vita calcolata e perfetta nella solitudine, in un delizioso monolocale colmo di oggetti e mobili. 

L’inizio della commedia è avviata da una presa di posizione della ragazza che decide di colmare la sua vita, nel pieno della sua carriera come insegnante, prendendo “in prestito” il liquido seminale di un ragazzo conosciuto al college, un omone barbuto, un po’ tonto ma attivo nel suo lavoro, per vivere appieno la sua necessità di diventare madre in solitudine. Maggie, nel frattempo, conosce lo scrittore John Harding (Ethan Hawke) che è in piena crisi matrimoniale con l’eccentrica donna di potere Georgette NØrgaard (Julianne Moore), con cui ha due figli. 

Ne "Il Piano di Maggie" non mancano i divertenti colpi di scena delle crisi esistenziali e dei fraintendimenti continui tra i personaggi, che esaltano una serie di aspetti della vita reale, rendendoli grotteschi e dinamici. Anche se i tempi sono spesso troppo veloci, la linearità della storia fornisce i dati necessari per dedurne il finale, che sorprendentemente risolleva l’animo in una pace interiore mista a dolcezza, dopo la serie di sventure e di complessità dell’amore, rivisitate in chiave moderna. Azzeccatissimi i personaggi e le loro interpretazioni, soprattutto quella dell’amatissima Julianne Moore che sa sempre come soddisfare i propri fans. Il connubio delle diverse personalità nell’intreccio della storia è sempre un’ottima ricetta per ottenere un buon risultato cinematografico, e questo di certo non rende insoddisfatto il pubblico che si lascia trasportare dalla trama.

Le scene newyorkesi ricordano quelle di Woody Allen, nonché i dialoghi che inneggiano la conoscenza universale e l’analisi del proprio “IO”, illudendo i protagonisti che l’amore spesso nasce dalla passionale ricerca del pensiero dell’altro, ma soprattutto dalla paura della solitudine. L’amore: un inganno psicologico, dove le scoperte dell’altro e di sé stessi sono protagoniste, ma che a lungo andare nella relazione, ristagnano nella pigrizia e la monotonia. Riecheggia costantemente il ruolo chiave del destino che riequilibra le situazioni sociali, nonché il tempo rivelatore che compromette i sentimenti e ristabilizza le problematiche e le bugie.

Oltre la storia, anche l’ambientazione, in piena stagione invernale nei giardini della NY city, è gradevolmente rinfrescante in questo inizio estate!

Sofia Stella