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Il primo gennaio arriva al cinema "Big Eyes", noi l'abbiamo visto in anteprima

Martedì, 16 Dicembre 2014 15:43

Sono passati appena due anni da “Frankenweenie” ma l’attesa per un film di Tim Burton è sempre alta e tangibile tra i fan e gli addetti ai lavori. “Big Eyes” è pronto e se gli spettatori italiani dovranno attendere ancora qualche giorno, noi l’abbiamo visto in anteprima per voi oggi.

Un 1 gennaio 2015, giorno dell’uscita in Italia, che si annuncia pirotecnico con l’arrivo anche di “The Imitation Game”( 5 nomination ai Golden Globes) e “American Sniper”,  nuovo lavoro di sua maestà Clint Eastwood.

Attesa ripagata?? Direi di sì anche se forse è la storia, così affascinante, che ha la meglio sul regista stavolta.

Per il suo ritorno dietro la macchina da presa Tim si è avvalso di due divi di Hollywood: Amy Adams, attualmente impegnata nelle riprese di “Batman Vs Superman”, 5 volte candidata all’Oscar e vincitrice di un Golden Globe per “American Hustle” e Christoph Waltz, due volte Premio Oscar nel 2010 e nel 2013, in entrambi i casi diretto da Quentin Tarantino.

Se arriva sul grande schermo l’incredibile storia di Margaret e Walter Keane, gran parte del merito lo si deve ai due sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszewski. Maestri del biopic con i fortunati precedenti di “Larry Flint – Oltre lo scandalo” e “Man on The Moon” sul comico Andy Kaufman, sono stati da sempre attratti alle vicende di personaggi considerati minori e persino emarginati: su tutti basti pensare al caso di “Ed Wood” per restare in clima Burtoniano.

Era il 2003 quando il duo venne a conoscenza della storia dei Keane e  10 anni dopo arriva il frutto del loro lavoro e della loro curiosità.

In breve posso dirvi che probabilmente è stato Walter Keane a lanciare la commercializzazione dell’arte come la conosciamo. Mai prima di lui stampe, cartoline e tutto il merchandising associato era arrivato persino nei supermercati. Magnifica in proposito la scena in cui Margaret mentre fa la spesa e tira nel carrello una scatola di Zuppa Campbell ( non a caso la stessa che Andy Warhol eternerà in una sua opera), gira lo scaffale e si trova davanti le stampe delle sue opere  in tutti i formati : arte per tutte le tasche.

E’ già proprio la sua opera, perché quel che non vi ho detto è che i famosi ritratti di bambini dagli occhi grandi (da qui il titolo del film), sono roba sua, e non come è stato fatto credere al mondo per decenni del marito Walter.

Non vi fate ingannare dalla scena iniziale che rimanda chiaramente al quartiere di villini allineati e dai colori pastello di “Edward mani di Forbice”: del marchio di fabbrica di Burton resta poco altro.

Tanti gli elementi di un film che forse è il più simile a quello d’esordio di Burton,  in qualche maniera molto più convenzionale senza che questo infici sul risultato finale. Emancipazione femminile, menzogna e verità, cosa può definirsi arte e a chi spetta deciderlo?

Una storia incredibile eppure del tutto vera, giocata con misura dal regista e soprattutto dai due interpreti principali. Abile la Adams a calibrare le sfaccettare di una donna ed artista che solo ad un primo sguardo può sembrare debole. Magistrale Waltz nel rendere perfettamente le due anime di un uomo totalmente egocentrico, magnifico affabulatore, istrione, seduttore e allo stesso tempo anche “malvagio involontario”, così imbevuto delle sue stesse bugie da non poter più uscire dal personaggio che ha creato in parte grazie anche sua moglie, dominata dal suo “carisma”: una personalità “doppia” che ha il suo apice nella scena del tribunale.

Per il suo ruolo Amy si è confrontata direttamente con Margaret Keane, ancora in vita e presente in un cameo nel film alle spalle dei coniugi che dipingono al Palace of the Arts di San Francisco. Waltz ha agito esattamente al contrario “ Mi sono tenuto alla larga da qualsiasi riferimento reale. Non dovevo girare un documentario.”

A completare il cast cito Jason Schwartzman ( lo scorso anno in “Saving Mr. Banks”, dopo gli esordi legati al mio adorato Wes Anderson) nel ruolo di Ruben e un perfido Terence Stamp nei panni di John Canaday, critico d’arte del New York Times.

Un film a basso costo “Big Eyes” che brilla anche per le scenografie di Rick Heinrichs ( “Il mistero di Sleepy Hollow”) e i costumi della Altwood (Oscar con “Alice in Wonderland” ).

Devo ancora metabolizzarlo, probabilmente non sarà tra i miei film preferiti di Tim Burton, ma il fascino e il piacere di un film diretto da lui non si discute. Ottimo risultato ancora una volta per Lucky Red che distribuirà il film nel nostro paese. Ho già scritto troppo: siate curiosi, siate spettatori, gli euro del biglietto saranno ben spesi!