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2DAYS PROG + 1 DI VERUNO 2014: il live report

Domenica, 14 Settembre 2014 21:21

Il “2 DAYS PROG + 1” di Veruno. Un festival, arrivato alla sesta edizione, che per efficienza  organizzativa e ospitalità offerta, ma soprattutto per varietà, quantità e qualità della musica proposta, si conferma il più importante a livello italiano. Da non dimenticare che l’ingresso è gratuito! L’edizione 2014 ha regalato grandi emozioni: la spettacolare esibizione dei FOCUS, l’indimenticabile performance degli ANGLAGARD, la bella scoperta dei BAROCK PROJECT e della FRANK CARDUCCI BAND.

Il primo pensiero che hai quando arrivi a Veruno è: come può un festival così importante svolgersi in un paese così piccolo? Poi cominci ad ambientarti, a “vivere” l’evento, a incontrare e parlare con altri che condividono la tua stessa passione e capisci che è questa intimità l’ingrediente che rende magica la formula del “2 DAYS PROG + 1” di Veruno. Intimità ed empatia: tra organizzatori e artisti, tra artisti e pubblico, tra artista e artista, tra spettatore e spettatore, tra organizzatori e pubblico. A Veruno, città della musica dal 1914 - come ricorda il cartello informativo che ti dà il benvenuto quando entri in paese - la musica unisce e ti fa sentire parte di una stessa grande famiglia che, in questa tre giorni dedicati al progressive rock, si ritrova per scambiare quattro chiacchiere, per comprare dischi, per aggiornarsi sulle ultime novità discografiche, per ascoltare buona musica e soprattutto per condividere emozioni.

5 SETTEMBRE: FORZA ELETTRO MOTRICE, FRANK CARDUCCI BAND, MARTIN TURNER BAND, FOCUS

Venerdì 5 settembre, sul grande palco allestito nella Piazzetta della Musica, si parte con l’esibizione dei FEM – Forza Elettro Motrice che hanno presentato una selezione di brani tratti dal loro ultimo LP, “Sulla bolla di sapone”, pubblicato a marzo 2014 dall’etichetta milanese Altrock. La loro performance live mi ha fatto un’ottima impressione (avevo già ascoltato il loro lavoro in studio): padronanza del palco, buona tecnica, suono deciso e pulito che da subito coinvolge il pubblico che comincia a riempire la piazzetta. Da notare che tra gli spettatori catturati dai FEM ce n’era uno d’eccezione che seguiva con interesse e trasporto la loro musica: era Thijs Van Leer, leader e fondatore dei mitici FOCUS, che si sarebbero esibiti nell’ultimo concerto della serata.        

Primo giorno di festival e subito bella sorpresa: Frank Carducci Band. Il concerto dell’eclettico artista franco-belga di origine italiana si apre con un duello tra due cavalieri neri che, dopo l’assalto e una volta deposte le spade, si trasformano nel chitarrista e nel tastierista della band. Si entra subito nel mondo fantastico di Frank Carducci: musica affascinante e inquietante (come il cappello che indossa), tra rock classico e psichedelico, ritmi incalzanti che nascono dalla batteria e dal basso e che si mescolano agli assoli di chitarra e tastiere. Ti ritrovi così a percorrere un viaggio fantastico - “Oddity” è il titolo del primo album di Carducci - dove personaggi reali e immaginari si scambiano i ruoli confondendosi gli uni negli altri. Gran bella sorpresa anche Frank Carducci come persona: rimasto con tutta la band a seguire gli altri concerti, lo si è visto girare tra il pubblico per tutti i giorni del festival. Un simpatico aneddoto legato alla Frank Carducci Band: arrivati a Veruno alle tre di mattina, molto affamati, fanno riaprire le cucine dell’unica osteria al centro del paese per un piatto di pasta e in cambio regalano un’improvvisata ed estemporanea performance musicale al proprietario del locale che mi racconterà il tutto ancora molto divertito.

Dopo un rapido set change, sul palco di Veruno sale Martin Turner leader dei Wishbone Ash: line up completamente rinnovata, pur mantenendo le caratteristiche sonorità country rock e folk. Ha deliziato il pubblico con brani tratti dai lavori più famosi della storica band britannica quali “Argus”, “Pilgrimage” e “New England”. Piacevole e rilassante, la loro musica ha accompagnato la discesa del sole dietro le colline piemontesi e ha preparato il pubblico al primo evento di questa edizione del festival: il concerto dei Focus.

Prima dell’esibizione potevi vedere Thijs Van Leer aggirarsi tranquillo tra il pubblico e ascoltare con grande interesse gli altri musicisti impegnati nelle loro performance. Si capisce subito che Thijs Van Leer - voce, flauto, tastiere e membro fondatore dei Focus- è un artista a tutto tondo. Mi hanno raccontato che, durante una visita al Lago d’Orta (piccolo bacino vicino Veruno), Thijs abbia detto “I feel like to swim” e che spogliatosi si sia tuffato nel lago per una nuotata. Sulla strada di ritorno a Veruno, poi, nei pressi di una chiesetta, Thijs avrebbe chiesto a chi lo accompagnava se nella chiesa c’era un organo. Dopo la risposta positiva, il musicista ha improvvisato un concerto per organo per i pochi presenti. Quella sera, dietro al grande organo Hammond, con la magia del suo flauto e la profondità della sua voce, Thijs Van Leer ha guidato la sua band eseguendo brani del passato (su tutti la magnifica “Hocus Pocus”) e quelli della produzione più recente (principalmente tratti da “Focus X” pubblicato a novembre 2012). I fan dei Focus non potevano chiedere di più, il concerto è stato straordinario e la qualità dei musicisti che compongono l’attuale formazione davvero di alto livello.

6 SETTEMBRE: KINGCROW, OVERHEAD, SPOCK'S BEARD, ANGLAGARD

I concerti di sabato 6 settembre si aprono con l’esibizione dei Kingcrow, interessante band romana metal/progressive che nel 2012 ha pubblicato il quinto album in studio (“In Crescendo”) e che si è affermata a livello internazionale partecipando a prestigiosi festival (Gods of Metal, ProgPower Festival, Denmark Rock Festival) e tour promozionali in Nord America, Canada, Olanda, Danimarca e Germania. L’esordio della band a Veruno è d’impatto e colpisce subito il pubblico: i Kingcrow suonano un metal che spesso sconfina nel progressive con i caratteristici cambi di ritmo e controtempi, con l’alternarsi di spazi riflessivi e momenti incalzanti. La struttura compositiva dei brani non è mai scontata o prevedibile. Ero curioso di ascoltarli dal vivo e devo dire che la loro performance mi ha catturato e divertito molto.

Dopo è la volta degli Overhead, gruppo finlandese che unisce in un particolare mix sonorità indie, rock, metal e progressive. Hanno proposto principalmente brani tratti dal loro ultimo album “Of Sun and Moon” (2012), lavoro interessante che mostra la maturità artistica raggiunta dalla band.  Gli Overhead hanno regalato al curioso pubblico di Veruno uno spettacolo fuori dal comune, facendo risuonare note e melodie della tradizione scandinava, reinterpretandole in chiave moderna e arricchendole con intermezzi che spaziano dal progressive al metal all’elettronica.

La scaletta della serata ci porterebbe all’esibizione degli Anglagard per terminare, poi, con il concerto degli Spock’s Beard, ma l’organizzazione comunica che per problemi tecnici i due gruppi si sarebbero invertiti. La cosa ha fatto molto piacere non solo a me, ma anche ai molti arrivati a Veruno per ascoltare dal vivo la band svedese che per la prima volta si esibiva in Italia. Speravamo, infatti, che a chiudere la serata fossero proprio gli Anglagard per ascoltarli più a lungo possibile senza nessun contingentamento dei tempi. Quasi subito sono cominciate a circolare le prime indiscrezioni sulle motivazioni di questo avvicendamento: 1) gli Anglagard, andati a fare un giro, si sarebbero persi tra le colline piemontesi; 2) il set change degli Anglagard richiede molto tempo ed eventuali problemi tecnici potevano far ritardare anche di molto l’inizio del concerto successivo; 3) gli Spock’s Beard hanno chiesto di poter suonare prima per partire in tempo verso la prossima destinazione del loro tour europeo; 4) gli Spock’s Beard hanno sentito il sound check degli Anglagard e hanno chiesto all’organizzazione di non suonare per ultimi. Lascio a voi decidere quale sia la motivazione più plausibile!

Tornando alla musica, gli Spock's beard sono stati intensi e divertenti, confermandosi il gruppo che, per qualità della proposta musicale, ha maggiormente contribuito alla rinascita del progressive rock negli anni ’90; affermandosi come una delle band più apprezzate della scena neoprogressive contemporanea. A Veruno la loro performance è stata molto scenografica grazie alle peripezie strumentali (e non solo) del tastierista giapponese Ryo Okumoto e agli assoli di chitarra, puntuali e mai scontati, del fondatore del gruppo Alan Morse; notevole anche la performance vocale del batterista Jimmy Keegan.  In definitiva il sound “americano” del gruppo, che sa conciliare con abilità il classico rock progressivo sinfonico con sonorità più moderne, ha soddisfatto ampiamente il numeroso pubblico accorso per ascoltarli.

L’evento più atteso dell’edizione 2014 del festival (e di sicuro non solo per me) è stato il concerto degli Anglagard (Casa degli Angeli). La band svedese, anche se attiva da più di vent’anni, non aveva mai suonato in Italia e ha scelto proprio Veruno per la sua prima esibizione nel nostro Paese. Il live è stato indimenticabile: l’atmosfera magica disegnata dalla grande luna che illuminava la piazzetta della musica, il silenzio assoluto del pubblico incantato ad ascoltare le note accennate e i rumori leggeri prodotti dai musicisti sul palco, il crescendo di emozioni guidato dalla musica vorticosa di quegli “angeli” che, quella sera, hanno fatto del palco la loro “casa” e che riescono, con rara abilità, a contrapporre e far convivere in uno stesso brano la delicatezza di un sussurro di flauto con la durezza di una chitarra distorta; la dolce cadenza di una ballata nordica accennata dal carillon con l’improvvisa esplosione del fragore ritmato delle percussioni. Tra il pubblico, catturato da queste note, c’era anche un collezionista giapponese di mellotron, che da anni vive in Italia: per lui l’emozione di vedere uno dei suoi strumenti suonato dalla cantante Anna Holmgren. Poiché non si riusciva a noleggiare il particolare modello di mellotron con il quale suona Anna, l’organizzazione è riuscita a scovare questo collezionista che ha prestato, gratuitamente, lo strumento.  La musica degli Anglagard non è di facile fruizione ed è ancor più difficile descriverla. Poter vedere questa band suonare dal vivo è stata una grande fortuna (considerato che i loro tour non hanno molte date) e ancora di più poterli conoscere e incontrare di persona quando, dopo il concerto, si sono concessi ai fan per foto e autografi. Succede anche questo al “2 DAYS PROG + 1” di Veruno.

7 SETTEMBRE: BAROCK PROJECT, IOEARTH, LEPROUS, PREMIATA FORNERIA MARCONI

L’ultimo giorno di concerti, domenica 7 settembre, inizia con l’esibizione dei Barock Project che da subito, saliti sul palco, sprigionano una carica e una grinta davvero sorprendenti. Come loro stessi affermano, “il progetto nasce dalla necessità di fondere la raffinatezza e la perfetta struttura della musica classica (soprattutto quella di origine barocca) insieme alla stilistica del genere rock con un pizzico di armonia jazz”. Ed è proprio quello che emerge quando si ascoltano questi giovani musicisti, che a Veruno hanno proposto brani tratti dal loro terzo album “Cofee in Neukölln” (2012) e dal secondo “Rebus” (2009). Vederli suonare dal vivo è stata una bella sorpresa perché, se è vero che ascoltando il disco si riesce ad apprezzare meglio la tecnica compositiva, gli arrangiamenti, i testi, è altrettanto vero che nella performance live ci si accorge della vera passione che anima questi artisti.

Dopo i Barock Project, è il momento di salire sul palco per un altro gruppo, per la prima volta in Italia: sono gli inglesi Ioearth, un progetto musicale che fonde insieme sonorità rock, jazz, ambient, dance e elettronica. L’obiettivo dichiarato dal gruppo, all’uscita del loro primo disco nel 2009, era quello di creare un album che fosse davvero “unico”. In effetti la proposta musicale degli Ioearth è tutt’altro che scontata ed è difficile inquadrarla in un preciso genere; forse è proprio per questo motivo che incuriosisce e cattura l’attenzione. La performance live è stata potente e convincente e solo grazie all’energia scaricata sul palco da tutti i membri della band (soprattutto dal fondatore e chitarrista Dave Cureton) è stato possibile far suonare al meglio brani composti “in studio” facendo largo uso dell’elettronica e dell’informatica.

I Leporus sono il terzo gruppo ad esibirsi prima del “gran finale” dell’edizione 2014 del festival progressive rock di Veruno. Già dai primi accordi si capisce subito che la musica che si andrà ad ascoltare per i successivi 45 minuti sarà molto più “dura” e “cattiva” di quella sentita fino a quel momento. I norvegesi Leprous suonano un rock metal che prova a strizzare l’occhio al progressive e, ascoltandoli, emerge chiaramente che la loro musica ha i connotati caratteristici del primo più che del secondo e riesce ad accontentare maggiormente gli amanti di quel genere. Non sono un amante di metal e non ho molti elementi di confronto, ma la performance dei Leprous è stata di alta qualità considerando anche la giovane età dei componenti. Il concerto di Veruno è stata una delle 18 date del tour di promozione dell’ultimo LP dei Leprous, “Coal” (2013), che vedrà la band suonare in Nord America, Canada, Germania e Regno Unito.

A chiudere il “2 DAYS PROG + 1” edizione 2014, come da tradizione, un grande gruppo italiano: la Premiata Forneria Marconi. Ripercorrendo i primi anni della loro fortunata carriera, la PFM ha suonato brani tratti dagli album “Storia di un minuto”, “Per un amico” e “Photos of Ghosts” accennando anche ai più recenti “Stati di immaginazione” e “PFM canta De André”. La vitalità,  l’energia e la voglia di suonare, che contraddistingue questi musicisti con più di 40 anni di attività artistica alle spalle, è davvero sorprendente e lascia senza parole.

L’edizione 2014 del “2 DAYS PROG + 1” di Veruno è stata incredibile e viverla da vicino un’esperienza indimenticabile. Notevole l'efficienza e la bravura dei tecnici del service audio e luci impeccabili in tutti e 3 i giorni benché impegnati con quattro cambi palco giornalieri e con gruppi molto diversi tra loro per sonorità, strumentazione utilizzata ed espressione musicale. Da qualsiasi angolazione, distanza, posizione della Piazza della Musica ci si trovava l'audio era sempre ottimale.

Un sentitissimo ringraziamento va a tutta l’organizzazione del festival e in particolare ad Alberto Temporelli che con passione e competenza ha ideato, organizza e dà vita a un evento musicale di elevato spessore artistico con il grande, e affatto scontato, pregio di essere fruibile a tutti grazie alla sua gratuità. 

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