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Musica

Due sax a confronto: Mattia Cigalini e Jacopo Albini

Giovedì, 27 Novembre 2014 13:50
Durante la puntata di Clinker di mercoledì 26 novembre abbiamo intervistato due giovani fiori all'occhiello del sassofono jazz in Italia: Mattia Cigalini e Jacopo Albini.
 
Gli artisti che hanno espresso in passato ed esprimono tutt'ora le potenzialità di questo magico strumento a fiato sono tanti e questi due ragazzi non sono da meno rispetto ai grandi nomi del sax. Due stili diversi, due personalità differenti che però hanno la stessa energia, la stessa grande voglia di sperimentare e lo stesso travolgente amore per la musica. 
 
 
 
Mattia Cigalini:
 
Perché il sax?
 
«Perchè è uno strumento che da bambino non mi ha lasciato scampo. Ho iniziato a sette anni, mio padre suonava nella banda. Io avevo un problema, una disfunzione respiratoria, all'età di tre anni e mezzo, quattro. Il pediatra consigliò ai miei genitori un rimedio omeopatico: suonare uno strumento a fiato ad esempio avrebbe potuto essere complementare. Io scelsi il sax, mi sono avvalso del fatto che ci fosse la banda nel mio paese, sono andato a sentire tutti gli strumenti e il sax mi colpì maggiormente. Non ho più capito niente (ride NdR). Non ho mai avuto dubbi su questo strumento
 
"Beyond": potresti parlarci di questo tuo ultimo lavoro?
 
«Ogni album per me rappresenta una fotografia importante. E' stato un lavoro lungo perchè ci sono delle cover e tirare fuori da "Waka Waka" qualcosa di vagamente jazzistico è stata dura (ride NdR). Infatti poi non ci siamo neanche più posti il problema di fare un disco jazz. "Beyond" non è un disco jazz, il jazz aleggia come concetto, si gioca molto con i timbri e con i suoni. Ha sicuramente sonorità rock. "Beyond" ha un duplice significato. Quello stilistico: è stata una prova per me di scavalcare la staccionata del jazz. Quello personale: il ricordo di mia madre.»
 
 
Jacopo Albini:
 
E tu invece? Perché proprio il sax?
 
«Sono cresciuto in una famiglia in cui la musica è sempre stata ascoltata, soprattutto la musica americana, il jazz, il fusion. Mio padre ascoltava quella musica e ci sono cresciuto. Ho iniziato a suonare quando avevo nove anni. E' stato un passo obbligato: una volta che senti suonare il sax diventa una malattia, non puoi farne a meno.»
 
Il Trio Monne: come nasce?
 
«A me piace fare musica, chiamatela come volete. Chiamatela Trio Monne (ride NdR). E' un progetto di Simone Bellavia che è un bassista elettrico, suona in una band, gli Ossi Duri, che si ispira a Frank Zappa e al prog rock. Chiamo sempre lui a suonare. Ha pensato a questo trio perché è innamorato della musica elettrica degli anni settanta e ottanta che non è ben vista a volte dai puristi del jazz. Si è aggiunto poi il batterista Gaetano Fasano, uno dei migliori in Italia. Io mi sono aggregato perché durante un loro live il sassofonista originale non poteva suonare e da lì è nato tutto. Monne è il soprannome di Simone (ride di nuovo NdR).»
 
 
Per sapere cos'altro è successo durante questa puntata di Clinker interamente dedicata al sax, non vi resta che ascoltare il podcast della puntata e scoprire questi due giovani e fantastici musicisti e questo strumento musicale stupendo. 
 
 
Scaletta della puntata:
  1. Sonny Rollins Quintet - Alfie's Theme
  2. Francesco Cafiso - Panta Jazz
  3. Mattia Cigalini - Nobody Never Like Us
  4. Mattia Cigalini - Beyond
  5. Mattia Cigalini - All-Seeing Eye
  6. Uto Ughi - Capriccio n°1 (Paganini)
  7. Trio Monne - Rhella
  8. Jacopo Albini - The Highest Mountain Lake
  9. Steve Reich - Daniel Variations (IV parte)
  10. Freddie Hubbard - Red Clay

 

Per maggiori info sugli artisti: