Whit Stillman, autore poco prolifico di film divertenti, raffinati e ben recitati, torna a lavorare dopo 17 anni, con le star del suo The Last Days of Disco, Kate Beckinsale e Chloë Sevigny nel film intitolato Amori e Inganni.
La pellicola è la trasposizione cinematografica del breve romanzo epistolare Lady Susan di Jane Austen. Da sempre considerata una delle opere minori dell’autrice, ha goduto in questi ultimi due anni di una rinnovata attenzione.
Il libro venne scritto nell’autunno del 1784 per il puro divertimento dell’autrice e destinato ad un pubblico di amici e familiari. Protagonista è l’ineffabile Lady Susan, interpretata da Kate Beckinsale, donna e madre egoista e calcolatrice, la cui vedovanza in giovane età le regala una rara libertà d’azione. E’ indiscutibilmente l’anti-eroina austeniana: affascinante, ambiziosa e insensibile verso i sentimenti altrui, incarna in tutto e per tutto la donna opportunista. Il film narra la storia di questa donna meschina, vedova da pochi mesi, che si reca nella proprietà di campagna dei cognati per sfuggire agli intrighi che potrebbero gravemente danneggiare la sua reputazione. Li seguiranno nuove relazioni che coinvolgeranno la figlia Frederica (Morfydd Clark), e anche l’amica e confidente americana Alicia Johnson, interpretata da Chloë Sevigny. Nel cast appare anche il grande Stephen Fry ovvero “the very Respectable” Mr Johnson. Il finale è inaspettato, creato appositamente dal regista.
Whit Stillman, ha dovuto estrarre non con poca fatica una trama in stile commedia da un romanzo epistolare. Il suo interesse per questo libro era legato alla diversità dell’opera e dei personaggi, che portano alla luce il prorompente sense of humour della Austen, spesso snobbato dalle precedenti produzioni o ridotto ai cammei di alcuni personaggi. Nel film traspare infatti uno sguardo sul mondo della Austen acuto e attuale, con un lato ironico e dissacrante, che frantuma l’immagine pacata e vittoriana che è sempre stata attribuita all’autrice, riconoscendola come maestra della commedia degli equivoci.
di Giulia Caputo