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Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri - la recensione del film

Mercoledì, 10 Gennaio 2018 21:54

Dall'11 gennaio nei cinema Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Noi l'abbiamo visto in anteprima: che bomba!

Ai recenti Golden Globes l'ha fatta da padrone con ben 4 premi tra cui il Miglior film drammatico e la Migliore sceneggiatura entrambe targate Martin McDonagh. Ha confidenza con i premi il regista londinese che aveva esordito con l'Oscar al miglior cortometraggio nel 2005 per Six Shooter. Poi arrivò il primo lungometraggio, In Bruges, che gli valse un Bafta per la Miglior Sceneggiatura Originale e regalò un Golden Globe a Colin Farrell come miglior attore protagonista.

La cifra stilistica era già tutta in quel brillante ed applaudito esordio. Lo stesso humor nero che fa da collante alla storia del film di cui scriviamo oggi.

Questi 3 manifesti frullavano nella testa di McDonagh da quel viaggio negli States di tanti anni fa. Nel 2015 annuncia che la protagonista sarebbe stata Frances McDormand, nel 2016 iniziano le riprese e l'anno seguente l'approdo al Festival del Cinema di Venezia. Ora finalmente dall'11 gennaio sarà nei nostri cinema.

LA TRAMA

Mildred Hayes ( McDormand) è la mamma di Robbie e Angela. Sua figlia è morta da qualche mese in maniera orribile: stuprata mentre stava morendo. La ricerca del colpevole, almeno per ora, non ha dato frutti ma lei ritiene che la polizia non stia facendo abbastanza. Per stimolarla decide di affittare tre manifesti pubblicitari su una via periferica e poco battuta della zona. Sfondo rosso sangue e scritta nera per tre domande di giustizia che chiamano in causa la polizia locale ed in prima persona lo sceriffo Bill Willoughby ( WOODY HARRELSON impeccabile e da applausi).

Mildred in fondo ottiene qual che vuole ma con un prezzo salato. Smuove qualcosa ma ottiene l'ostilità della comunità che si stringe attorno al suo apprezzato sceriffo.

DI CHI E COSA PARLIAMO

Una donna forte, senza peli sulla lingua, con sensi di colpa e quella determinazione che viene dalla disperazione. Rude e che non ringrazia mai ... forse.

Un poliziotto vile, razzista, inetto, quasi ritardato ma forse no. Un uomo che non ascolta e agisce d'impeto, ma non sempre in fondo.

Uno sceriffo malato ma che non fa sconti, agli altri ed a se stesso. Un uomo che sa sorprendere, familiari e non. Arguto, sincero e che sa sempre tirare fuori il meglio dalle persone.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è un film roccioso, ben sceneggiato e ottimamente interpretato da tutto il suo cast. Giusto il Golden Globe andato a Sam Rockwell in un ruolo scomodo ma allo stesso tempo allettante. Sui suoi alti standard anche la protagonista Frances McDormand, vero motore del film.

Quello di McDonagh è un film complesso e sfaccettato. Intriso di pessimismo e scatti improvvisi in direzione opposta. Di drammaticità e umanità, di dubbio e voglia di giustizia che non sa aspettare. Non se ne vedono troppe in circolazione di storie raccontate così sul grande schermo. Storie di grande tensione emotiva e con personaggi così ben delineati e approfonditi.

Un film che sorprende perchè quando sembra averti detto tutto, riavvolge il nastro dando continuità e speranza. I premi daranno una spinta in più al film, sarà il passaparola a fare il resto. Noi facciamo il nostro per spingere produttori e distribuzione nella direzione di un cinema che vorremmo sempre così. Se una volta visto penserete lo stesso, fate anche voi la vostra parte, consigliatelo ai vostri amici e vi ringrazieranno.

di Alessandro Giglio