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Creed II - La recensione

Mercoledì, 16 Gennaio 2019 18:29

Arriva al cinema dal prossimo 24 gennaio Creed II con Michael B. Jordan e Sylvester Stallone. Questa la nostra recensione.

C'eravamo lasciati nel 2015 con Creed - Nato per combattere, riuscito spin-off della saga di Rocky Balboa e ci ritroviamo nel 2019 con Creed II, sequel del precedente ma in fondo molto più diretto di Rocky IV ( il vertice quanto ad incassi della celebre immarcescibile saga con 300 milioni di dollari).

Tornano ovviamente i protagonisti di Creed con sempre più al centro delle vicende Michael B. Jordan ( bravo non c'è che dire) nei panni del figlio illegittimo di Apollo Creed, ovviamente Sly, nei panni di zio, mentore ed allenatore oltre a Tessa Thompson nel ruolo di Bianca compagna di Adonis Creed ma anche cantante in rampa di lancio.      

Chi lascia la nave è invece Ryan Coogler, ritrovato poi in Black Panther. Lo fa lasciando le redini al 30enne Steven Caple Jr.

Sono però i grandi ritorni quelli da sottolineare tra stupore ed amarcord e per andare con ordine dobbiamo accennare qualcosa della trama.

Trama

In Creed II, Adonis Creed è finalmente sul ring per giocarsi il Titolo di campione del mondo. Neanche a dirlo la corona che era stata al tempo di suo padre, torna a casa. Dall'altra parte del mondo intanto si fa conoscere un altro pugile. Meno tecnico, più brutale, più alto e possente. Parliamo di Viktor Drago, sì avete capito bene, il figlio di Ivan. I due dopo la sconfitta subita dal padre per mano di Rocky hanno avuto vita dura. Drago ha perso in un sol colpo patria, dignità e moglie.  

Li monitora un promoter americano che fiuta l'opportunità di lanciare l'incontro del secolo: Creed/ Drago - La rivincita dei figli.

Entrambi i giovani pugili hanno perso qualcosa: Viktor la madre che ha abbandonato il marito e Adonis ovviamente il padre. Rocky, allenatore di Adonis si rifiuta di portare al match il "nipote" perchè sa che ha tutto da perdere ... Come andrà a finire lo scoprirete voi.

Come scritto in precedenza quanto ai ritorni è una parata: da Dolph Lundgren a Brigitte Nielsen passando per Phylicia Rashad e Milo Ventimiglia ( il figlio di Rocky scorto in Rocky Balboa del 2006).La grande novità è invece il debutto di Florian "Big Nasy" Munteanu nel ruolo di Viktor Drago.

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Considerazioni    

Nel 2015 uscimmo di sala piacevolmente sorpresi. Benchè pronti al peggio Coogler seppe amalgamare al meglio e con il piglio giusto una storia che poteva mostrare crepe ma anche qualche lampo inaspettato.

Stavolta tutto segna un pò il passo. Questo "ritorno al passato" a tutti i costi non giova affatto e lo stesso vale per il ruolo più defilato dello stesso Stallone, protagonista nel primo episodio di una prova egregia che gli valse Golden Globe e candidatura agli Oscar.

Le situazioni sono ovviamente un pò telefonate, ripetitive e senza il giusto nerbo. Un patchwork di cose già viste e dette con poche varianti. Se per Rocky il piano di allenamento fu nell'inferno di ghiaccio russo qui per Adonis ci sarà l'inferno di fuoco del deserto americano. Stessi temi ma mai con lo stesso impatto come accade anche per un Creed in attesa di diventare padre ( il confronto anche qui con il Rocky originale è impietoso ahimè). Alla fine l'unico sobbalzo lo ha quando si sale sul ring e torna la musica che tutti conosciamo... nostalgia canaglia.

Un peccato perchè se si fosse voluto approfondire la ricerca di rivincita dal lato dei Drago sarebbe stato utile ed interessante. Poi lasciatecelo dire, anche il tema America vs Russia impostato come negli anni '80 non può più reggere, siamo fuori tempo massimo.

Sufficienza stiracchiata? Sì, alla fine nulla di più.

di Alessandro Giglio

 

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