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La Gomera - L’isola dei fischi: la recensione

Martedì, 11 Febbraio 2020 13:22

La Gomera ė un film dell' emergente regista Corneliu Porumboiu esponente della Nouvelle vague rumena, presentato in concorso e candidato alla Palma d'oro all'ultimo festival di Cannes.

Il  corrotto Ispettore Cristi (Vlad Ivanov) viene in  contatto con una bellissima Gilda ( la modella Catrinel Menghia )  per liberare di prigione il compagno di lei e recuperare il denaro frutto del narcotraffico.

L'ispettore è sotto sorveglianzadalla polizia e il suo appartamento nasconde delle micro videocamere. Gilda si finge allora una escort e mentre fanno l'amore sotto gli occhi dei poliziotti gli rivela il suo piano e gli lascia un biglietto perl'isola di La Gomera, nelle Canarie. L'ispettore  raggiunge Gilda sull'isola.

Dovrà imparare un linguaggio in codice fatto di fisch, l'antico silbo gomero che ancora si parla nell'isola, proprio per eludere i controlli della polizia ed attuare il piano di evasione.

Il film è suddiviso in capitoli . Ognuno di essi si intitola come uno dei personaggi. Si  destruttura così l'intreccio del noir e la sequenzialità per fare prevalere i personaggi e i loro  punti di vista sulla storia .

Al tempo stesso i colori usati per presentare i titoli a schermo intero ritmano e fanno da contrappunto allo svolgersi degli eventi.

Sembra proprio il gioco del contrappunto ad interessare maggiormente il regista.

La colonna sonora è  in contrappunto rispetto alla vicenda. Casta diva di Bellini accompagna sparatorie e sgozzamenti e nell'hotel, luogo chiave del film, si ascolta solo la lirica ("Nessun cliente si lamenta per la musica? " " Al contrario. Li educhiamo".)

Così i due spazi del film sono contrapposti fra loro. L' isola selvaggia di La Gomera e il suo paesaggio primordiale è antipodico rispetto alla caotica Bucarest. Il mare dove Christi viene rigenerato e in qualche modo ribattezzato e spinto a trovare la sua intima natura è opposto agli interni controllati ossessivamente dalle video camere (come succedeva in " La vita degli altri").

Il silbo gomero poi, il linguaggio di fischi che traduce la fonetica del parlato in un linguaggio musicale, una lingua naturale da uccelli, è antinomico rispetto al mondo di immagini in cui ogni personaggio è ripreso e spiato

Il film nella  sua musicalità ritmata di giustapposizioni, diventa così una variazione sul tema del noir dove il contrappunto è la figura sullo sfondo dell'intreccio. Tema del film finisce per essere la contrapposizione fra la ancestrale natura da  ritrovare  e il disvalore di una  contemporaneità imprigionata dalle immagini.

Al cinema dal 27 febbraio.

Di Marco Minutillo