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Shotgun Lovesongs, la recensione: #ReadingIsSexy

Lunedì, 02 Marzo 2015 12:28

Shotgun Lovesongs di Nickolas Butler. Marsilio, 320 pp, 18 €. Questa non è la storia di una rockstar di successo. È piuttosto la storia dei suoi affetti. È una storia di partenze e addii.

Henry, Lee, Kip e Ronny sono cresciuti condividendo le albe e i tramonti di Little Wing, piccolo paesino del Wisconsin. La vita, con le sue promesse, li ha poi separati portandoli ad intraprendere percorsi diversi: Henry ha portato avanti la fattoria di famiglia assieme a  sua moglie Beth, Lee ha raggiunto un inaspettato successo internazionale grazie alle sue canzoni, Ronny è rimasto segnato da un incidente durante un rodeo, Kip si è arricchito in città per poi tornare e comprarsi la fabbrica di Little Wing. Il matrimonio di Kip è l’occasione per tornare, per ritrovarsi, per riunirsi, per raccontarsi. Èanche l’occasione in cui viene svelato un segreto, rimasto tale per decenni, che metterà in discussione gli equilibri raggiunti.

Si alternano cinque voci narranti, annodate insieme da un’intricata successione di flashback, che permette di conoscere l’intera storia senza svelarcene immediatamente tutti gli scorci. La struttura narrativa scelta da Butler permette una profonda analisi introspettiva di tutti i protagonisti, consentendo al lettore di entrare nei legami che li uniscono, di conoscere le passioni che muovono le loro azioni, le paure che li inchiodano.

Shotgun Lovesongs, un consiglio musicale

Album: For Emma, Forever Ago. Bon Iver, 2007.

L’accostamento musicale è venuto spontaneo in quanto Justin Vernon, fondatore dei Bon Iver, è stato il  compagno di liceo al quale l’autore si è ispirato per tratteggiare Lee.

Shotgun Lovesongs, la storia

Lee, pur essendo diventato una rockstar, è infelice: è alla continua ricerca della sicurezza e della stabilità. Costantemente schiavo dell’affermazione professionale, mostra con difficoltà le proprie fragilità

“La ragione per cui i matrimoni riparatori vengono chiamati matrimoni SHOTGUN, è che il padre della sposa punta un fucile da caccia sulla schiena dello sposo. Qualcosa è accaduto. Una gravidanza, una verginità rubata, una bancarotta, una guerra appena scoppiata. A prescindere da quello che è successo il matrimonio deve avvenire, e in fretta. Niente organizzazione. Tocca andare diritti in comune; magari può esserci giusto un ricevimento senza alcolici nell’oratorio frequentato dalla sposa. Niente luna di miele, niente lattine che penzolano da una limousine. Ecco come mi sentivo rispetto a shotgun lovesongs. Come se quel disco mi avesse puntato un fucile alle spalle. Sentivo l’incredibile pressione di doverlo fare, di finirlo, di dimostrare a Little Wing, a Beth, a Kip, a Ronny, a Henry che non ero un fallito. Che potevo farcela, che potevo fare qualcosa di bellissimo e di diverso e di meritevole e che potevo farlo anche in fretta e senza tanti mezzi in un vecchio pollaio, con un computer scassato e una stufa a legna a riparami dall’ assideramento.”

Ronny è un ex star del rodeo con una carriera segnata da un brutto incidente e dalla bottiglia. Èl’amico di cui tutti si preoccupano e si prendono cura, forse più del necessario.

“Non pensavo a molto quando stavo sopra quei tori, se non a restare aggrappato. Vivevo la mia vita in spezzoni di otto secondi, e la maggior parte delle volte non avevo neanche quelli. Mi manca. Oggi non so cosa fare e alle volte mi sento come se nessuno mi lasciasse fare niente. La verità è che non voglio bere per ubriacarmi ma forse se potessi bere un bicchiere, potrei piegare la realtà, no? Tipo il modo in cui è fatto il mondo. O forse anche il tempo. La vita mi si stende davanti come un’autostrada diretta verso il nulla. Una di quelle autostrade nella prateria dove puoi guidare a centotrenta, centocinquanta o centosessanta chilometri all’ora e ti accorgi  che non stai volando solo perché senti il motore che brucia e vedi l’ago della benzina che inizia a pendere sempre più velocemente verso il simbolo della riserva. Ma non c’è niente con cui confrontarti o con cui confrontare la tua velocità. Non ci sono alberi, non ci sono edifici; se sei fortunato puoi beccare una fila di pali telefonici ma la maggior parte delle volte non c’è proprio niente.”

Kip ha sposato una donna intelligente, forse troppo. È mosso costantemente dal bisogno di dimostrare le sue abilità, anche a scapito dei rapporti che si riveleranno la sua più grande ricchezza.

“Dal giorno del nostro matrimonio non ho fatto altro che desiderare di rifare le cose in maniera diversa. Innanzitutto io e Felicia avremmo parlato di tutto quello di cui dovevamo parlare, tutto quello che stava venendo a galla ed era rimasto sotto la superficie per troppo tempo. I bambini, Little Wing, la fabbrica, i soldi, tutto. E poi non avrei chiamato quei paparazzi. Cosa ne ho ricavato? Certo, mi hanno permesso di pagare qualche fattura in più, ma nel frattempo ogni amico che avevo al mondo aveva deciso di boicottare i miei affari, di boicottare me , per gli otto mesi successivi, venendomi a costare probabilmente tanto quanto avevo guadagnato nel vendere un mio amico a un gruppetto di gente affamata di gossip.”

Henry ha sposato il suo primo amore: Beth. Contemporaneamente ha sposato anche la sua terra ed ereditato la fattoria di suo padre a cui dedica tutto se stesso, nonostante non ne sia equamente ripagato. È un uomo innamorato della sua famiglia, della sue scelte, che l’hanno portato a una vita dura ma che lo appaga.

“Ci baciammo di nuovo e ci tenemmo per mano mentre scendevamo di sotto con i nostri vestiti buoni. I bambini ci vennero incontro e ci abbracciarono per salutarci. Il padre di Beth mi strinse la mano, e per la prima volta notai che la pelle del suo anulare sinistro era andata a coprire la sua fede nuziale. L’anello era diventato una parte di lui, come un albero piazzato vicino ai recinti piano piano assorbe il filo spinato che sta attorno al tronco. Mi sentii più felice allora; meno, non so, ansioso. Sapevo che ce l’avremmo fatta insieme, Beth e io,  a prescindere da quello che sarebbe accaduto alla fattoria.”

È una donna tormentata, Beth:  è sicura dell’amore di Henry e certa del suo buon animo, sa di essere fortunata. Èproprio tutta questa fortuna e questo amore che la tormentano. Non crede di meritarlo.

“Non invidiai la vita di Felicia, che in quel momento mi apparve sterile e alla moda, neanche per un minuto. La nostra era una casa. Un nido. Un posto in cui avevamo vissuto bene e ci eravamo amati. Forse è una cosa positiva, di tanto in tanto, spiare nelle vite degli altri. Almeno per me in ogni caso; ha il potere di trasformare la mia vita in una cosa piena d’amore. ”

Il Wisconsin come madre terra amata, certezza assoluta di alcun cambiamento, culla sicura in cui poter tornare sempre, per ritrovarla ogni volta immutata, senza sorprese. I luoghi della spensieratezza sono sempre lì, i silos, i tramonti, le albe, i fiumi di birra che innaffiano acerbi discorsi sono gli stessi che anni dopo incorniciano sincere confessioni.

Shotgun Lovesongs parla di amicizia fraterna, tradimento, ma soprattutto parla di perdono. Di perdono cosciente, a cui si giunge con un percorso difficile che ci costringe a scavare “attraverso i frantumi e le schegge di proiettile delle nostre vite disfatte”. Un perdono possibile nei rapporti genuini, che sembrano poter continuare ad esistere solo in quei piccoli centri sperduti non inquinati dalle frivolezze figlie del progresso. Romantico e malinconico, Shotgun Lovesongs pone la nostra attenzione su ciò che davvero conta nella vita: gli affetti, i sapori veri che troppo spesso il caos in cui siamo immersi ci fa tralasciare.

Giulia Lupi