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“Delitto perfetto”: ovvero tutte le tonalità del giallo

Sabato, 11 Marzo 2017 10:43

Lo spettacolo di Antonello Avallone, tratto dall’opera di Frederick Knott, riporta un classico delitto dietro a un sipario

Fine primo atto. Il sipario si chiude.

Seguire uno spettacolo giallo vuol dire tenere sempre alta l’attenzione, per non lasciarsi sfuggire neanche il più piccolo dettaglio che il regista ha inserito per farci capire chi è l’assassino.
La tenda rossa si chiude e la sala torna ad essere illuminata. Proprio in questo momento, dal pubblico si alza il commento che descrive meglio di mille parole questo spettacolo: “Se stiamo qui a chiederci chi è stato l’assassino e perché ha commesso l'omicidio, e non lo abbiamo ancora capito, abbiamo raggiunto proprio quello che voleva il regista. Siamo caduti nella trappola della trama”.

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Questo è “Delitto perfetto”, basato su un’opera teatrale del 1952 di Frederick Knott ma anche sul famoso film di Alfred Hitchcock. Siamo a Londra e un ex campione di tennis decide di uccidere la moglie fedifraga per riuscire ad accaparrarsi la sua eredità. Per portare a termine il suo piano, ha bisogno di un delitto perfetto che riesca a scagionarlo da qualsiasi accusa di omicidio.

Il terrore di qualsiasi regista teatrale di uno spettacolo giallo è di non riuscire a tener alta la concentrazione degli spettatori. “Delitto perfetto” si insidia tra i meandri della nostra mente, riuscendo con un caffeico girovagare a non far mai annoiare il pubblico, che segue la trama senza incappare in garbugli più grandi di lui.

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Il giallo si disgrega in mille tonalità diverse che toccano toni sarcastici, ironici, sadici e divertenti. L’ironia con la quale i personaggi ruotano attorno alle stringhe del delitto è sempre calzante e pungente. I giochi di luci e di musica riescono a far immergere lo spettatore nella vicenda, in un connubio di risate e di ragionamenti deduttivi.

La superficialità con la quale il protagonista affronta il piano per uccidere la moglie è interpretata magistralmente da Antonello Avallone, che riesce a trasmettere il sadismo ma allo stesso tempo la leggerezza con la quale il suo personaggio architetta il “Delitto perfetto”.

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“Per la prima volta nella mia carriera ho voluto fare un giallo” commenta a fine spettacolo Avallone “e ho preso un classico perché quest’opera nasce come testo teatrale e poi è stata portata anche sul grande schermo da Hitchcock”. Il regista interpreta anche il protagonista dello spettacolo: “Il mio personaggio è ambiguo, una persona a cui piacciono molto i soldi. È anche molto cinico: a volte marito ideale e più tardi mandante dell’assassinio della coniuge”.

Giuseppe Manfridi interpreta l’ispettore che seguirà il caso: “Il mio personaggio ha un aplomb molto divertente da gestire, ma risulta anche molto ironico. L’ispettore è ottuso ma intelligente e questo è un connubio perfetto per la riuscita dello spettacolo”.

“Delitto perfetto” sarà in scena sabato 11 marzo al Teatro dell’Angelo alle ore 21 e domenica 12 marzo alle ore 17,30.

Maurizio Costa