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Parma Calcio : la storia insegna che si può risorgere

Martedì, 23 Giugno 2015 09:01

Il Parma nasce nel 1913 da un gruppo di calciatori che inizialmente militava nelle fila di un altro club, il “Verdi FootBall Club”.


Nei suoi primi anni di vita però la squadra emiliana si limita a disputare i campionati dilettantistici della sua regione, ma le cose sembrano migliorare con l'arrivo in società di Ennio Tardini, avvocato della città e proprietario del club: decide di costruire uno stadio di proprietà, che esiste ancora e a lui intitolato.
Grazie al nuovo impianto arriva poco dopo anche la conquista della massima serie, nella stagione 1925-1926, che però dura soltanto un anno. Da lì in poi saranno molte le difficoltà del Parma, che non riesce più a tenere i serrati ritmi delle grandi squadre piemontesi e lombarde ed è costretta a barcamenarsi tra la Serie B e la Serie C. Durante questo periodo negativo il club cambia anche nome, passando da 'Parma FC' a 'Parma Associazione Sportiva', ritornando dopo pochi anni alla vecchia nomenclatura.
Nel 1967 i problemi dei risultati sul campo vengono aggravati dalla situazione finanziaria della società: i dirigenti dichiarano il fallimento causa insolvenza di pagamento e il Parma rinuncia così all'iscrizione al campionato 1967-1968.
Nel frattempo, l'altra compagine della città, la 'Parmense' riesce a raggiungere la Serie D e decide di raccogliere le ceneri del vecchio Parma per evitarne l'estinzione, mantendo i colori sociali e il vecchio simbolo. Grazie alla nuova presidenza Ceresini nel giro di due decenni i ducali riuscirono nella grande impresa: tornare in Serie A.



Stavolta però la permanenza nella massima Serie non dura solamente una stagione, ma i 'gialloblù' negli anni seguenti saranno veri protagonisti in Italia e addirittura in tutto il continente europeo.
Grazie alla sponsorizzazione prima e all'acquisizione poi, della multinazionale Parmalat guidata da Callisto Tanzi (personaggio vincente tanto quanto oscuro nel panorama economico – calcistico del nostro Paese) arrivano importanti calciatori, da Gianfranco Zola a Asprilla, da Thuram a Buffon e Cannavaro, passando per gli argentini Veron e Crespo.
Con loro arrivano anche le vittorie e successivamente i primi storici titoli. Le tre Coppe Italia (1992,1999,2002) e la Supercoppa Italiana (1999) e all'estero la conquista di ben quattro trofei: la Coppa delle Coppe del 1993, la Supercoppa UEFA nello stesso anno e soprattutto le Coppe UEFA del '95 e del '99 che hanno fatto conoscere il nome della città emiliana in tutto il mondo e ancora oggi quello parmense è il club italiano che ha in bacheca più trofei internazionali dopo Milan, Juventus ed Inter.



Dopo il “crac Parmalat” del 2004 però il sogno del Parma va via via svanendo; sopraggiungono montagne di debiti e il club rischia per la seconda volta nella sua storia un fallimento che sarebbe tragico per tutto il calcio italiano. Viene creato così un sistema ad hoc per il Parma (ma anche per la Lazio) che gli permette di salvarsi pagando in maniera dilazionata i propri debiti. Le casse della società vengono risanate e il club passa poi nel 2007 nelle mani di Tommaso Ghirardi, oggi ritenuto da molti come il maggiore responsabile del fallimento del Parma.
Nei sette anni di gestione Ghirardi-Leonardi si cerca di onorare al meglio la Serie A, ma tutti comprendono che sarà davvero difficile ripercorrere le orme del grande Parma degli anni '90 e dei primi anni duemila. Ma il vero disastro Ghirardi lo ha compiuto due stagioni fa, non ammettendo il club in Europa League che avrebbe significato un bel ritorno al passato per i tifosi, che proprio nell'anno del centenario hanno subito un'ulteriore cocente delusione.
Dopo il passaggio di proprietà all'albanese Taci e la telenovela Manenti, il club è arrivato nuovamente al fallimento, dopo che la presidenza Ghirardi aveva portato con sé 96 milioni circa di debiti.
Il giorno ultimo per evitare la retrocessione nella Serie Dilettanti era stabilito a ieri, ma l'asta per l'acquisizione del club è stata deserta, come accaduto già precedentemente.


Oggi viene spontaneo chiedersi se tutta questa annosa vicenda avrebbe potuto avere un risvolto diverso e la risposta molto probabilmente sarebbe un “sì”, netto e chiaro, non come le risposte e le soluzioni che invece non hanno trovato né la Lega Calcio, né la FIGC.
Come insegna la storia del Parma però, molte volte si è toccato il fondo ma altrettante volte il club ducale è riuscito a trovare la forza per risalire la china, perchè l'onore e la dignità, quelle no, non falliscono mai.