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Il Crotone Calcio spinge verso la Serie A, ma è in odor di ndrangheta

Domenica, 31 Gennaio 2016 22:35

Anche se sabato scorso, 30 Gennaio, il Crotone Calcio ha perso col Perugia, ha la concreta possibilità di arrivare in Serie A, dopo le promozioni dello scorso anno del Carpi e del Frosinone.

Chissà come la potrebbe prendere Lotito - “Il Carpi e il Frosinone non valgono un c***o”, disse al telefono, sotto intercettazione. Ma lo scopriremo solo vivendo.

Intanto quello che desta particolare attenzione è che il Crotone - particolarmente vincente quest'anno - oltre a spingere verso la massima serie assieme al Cagliari, è in odor di mafia, o meglio di 'ndragheta.

Ripercorriamo velocemente la sua storia. Oltre 20 anni fa, la società fu rilevata dal fallimento da Raffaele Vrenna, un imprenditore potente e conosciuto nella zona, impegnato nel settore delle costruzioni. Fa macinare la squadra fino a portarla in serie B, creando un gruppo affiatato e avvalendosi di un allenatore tenace, il croato Ivan Juric. Grazie ai cambiamenti apportati, il Crotone incontra perfino il Milan in Coppa Italia.
Ma il presidente Vrenna, nelle ultime settimane, rischia un sequestro di 800 milioni di Euro (e quindi anche le quote della società): secondo i PM della Direzione Distrettuale Antimafia, Vrenna e il fratello avrebbero pagato una cosca della 'ndrangheta per “assicurarsi” da attentati e danneggiamenti. Contestano a Raffaele Vrenna di aver continuato a gestire la società, pur non potendo, anche durante un processo di mafia, subito a cavallo fra il 2008 e il 2011, durante il quale decise di “congelare” tutti i suoi beni in un trust. Per l'accusa avrebbe proseguito nella guida delle sue attività, aggirando anche chi era a capo di quel trust, Franco Tricoli, ex procuratore capo di Crotone e all'epoca appena pensionato. Tricoli avrebbe saputo del giro e infatti è accusato di intestazione di beni fittizi.

Una brutta vicenda - tutta da dimostrare al processo, vista la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai PM a Vrenna - che rischia di offuscare una storia di successo e di riscatto da una terra difficile come la Calabria.
Vrenna era già stato arrestato nel 2006 per quell'accusa di mafia e dopo una condanna in primo grado, fu assolto dalla Corte d'Appello nel 2009 e poi confermata dalla Cassazione. La magistratura accertò le frequentazioni sue e del fratello con la potente cosca dei Maesano, soprattutto per ottenere una accelerazione con la costruzione delle villette. E descrivono l'attuale presidente del Crotone come un uomo pronto a tutto per il profitto.

Chissà, se mai dovessero essere confermate le accuse della DIA, qualcuno avrà da eccepire qualcosa per l'accesso in Serie A. Vedremo.

 

di Simone Piloni

 

fonte: Alessandro Mantovani, Il Fatto Quotidiano del 29/01/2016