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Wallis Bird, l'intervista e la recensione del concerto al Monk di Roma

Martedì, 21 Febbraio 2017 12:29

Abbiamo incontrato Wallis Bird al Monk, in occasione della data roma del tour europeo del suo ultimo disco "Home".

Ascolta il podcast di Yes Uk! con l'intervista a Wallis Bird

Ecco. Appunto.
Accade quando ti ci trovi di fronte e rimani in silenzio, sospeso e gli occhi si riempiono di meraviglia come quando da piccolo ne mettevi uno dentro il caleidoscopio colorato e ruotandolo i colori assumevano le combinazioni piu’ imprevedibili.
Wallis Bird è una combinazione imprevedibile. Qualcosa che sfugge a quello a cui siamo abituati oggi quando dobbiamo mettere l’accento sull’ultima “nuova uscita”.
E’ un’artista di altri tempi e diciamocelo apertamente, quanto ci mancano questi artisti?
Si siede accanto a me e hai l’impressione di avere di fronte la vicina di casa con cui sei cresciuto, ti mette a tuo agio, ti chiede se vuoi qualcosa da bere una birra o se sei affamato, ti pone le domande complicate che hai studiato per lei per capire come risponderesti tu con gli occhi pieni di curiosita’.
Non siamo proprio abituati a tutto questo ma quanto è bello sentirsi a casa.
Ecco. Appunto. Home.
Ad un certo punto arriva Tracey e gli occhi le brillano di una luce che fai fatica a contestualizzare, si tratta di amore, amore vero, riconoscenza verso quella che è prima di tutto la sua compagna di viaggio, poi la persona che l’ha incoraggiata e supportata, la sua fonte di ispirazione. La persona a cui ha dedicato questa meravigliosa opera di undici tracce.
Lei è Home, la stabilità, la casa di cui era alla ricerca e che ha finalmente trovato.
Perché Home è amore allo stadio puro, primordiale, per questo facciamo tanta fatica ad accettarlo a capirlo.

E allora glielo chiedo :
Nelle parole di “Daze” del tuo precedente album “Architect” rispetto a quanto contenuto in “Home” si ha la precisa misura di quanto i due album siano differenti.
Quando è buio, e’ buio, quando è triste è triste. 
In questo caso passiamo dal dark-blue a un incontenibile sole che brucia.
E’ ancora possibile che qualcosa che accade al di fuori di noi possa cambiare in una maniera cosi’ radicale il percorso di una persona? Cosa ti è accaduto?
“ Ho incontrato qualcuno che è il sole stesso. Ho incontrato il sole. Ha portato la vita nella mia vita, ha portato il significato, la profondità, l’amore.
Probabilmente tutto questo amore mi ucciderà ( ridendo ).
Non avevo mai conosciuto una persona cosi’ pura nella mia vita e l’ha cambiata completamente. Ho sempre cercato il grande amore della mia vita. E quando è arrivato e’ stato inaspettato. Un’esplosione.
Siamo insieme in tour per la prima volta. Insieme."
Un tour che è arrivato anche in Italia, e che si chiude oggi a Roma al Monk dopo Milano, Bologna e Cantu’ e che proseguirà in tutta Europa.
E allora qualche’ curiosità..

Come ti prepari per un concerto e quali sono gli step che assolutamente non puoi evitare dal momento in cui ti svegli in giorno del live?
"Posso dirti che un aspetto fondamentale della preparazione è che quando arrivo sul posto dove si terrà il concerto voglio conoscere il team di persone che collaboreranno con noi in loco.
Quello è il vero inizio della giornata.
Se incontri un team di persone non propriamente, calde, collaborative o amichevoli quello sfortunatamente condiziona l’intera giornata.
E il cibo poi…se è di vero gradimento, riempie la giornata.
Tendo ad essere vegetariana. Adoro il caffe’.
Ma il nostro non è ottimo come quello italiano ( sorridendo ).
Cerchiamo un certo relax durante il giorno in maniera da essere riposati e carichi per la serata. Venti minuti prima del concerto faccio esercizi vocali e stretching per riscaldare la voce."
Come hai trovato il pubblico italiano? Come ha risposto?
"Caldo. Molto caldo. I primi concerti li abbiamo tenuti a Milano, poi Bologna e Cantu, e non sapevo veramente cosa aspettarmi. Io speravo di poter comunicare con la gente nel giusto modo anche perché sono solita giocare e divertirmi molto sul palco ma come dirti…è stato facile, come uno schiocco di dita ci siamo presi subito.
Sono stati estremamente ricettivi.
Voi avete un profondo senso dell’ascolto, e vi prendete il giusto tempo.
E’ veramente un grande piacere poter suonare davanti a questa tipologia di pubblico."

Ed eccola lì Wallis, proprio su quel palco, ridere di ogni cosa con il pubblico che diventa protagonista insieme a lei. Ogni problema tecnico, ogni errore o evento inaspettato che possa verificarsi durante il live diventa per Wallis parte dello show stesso, un occasione per renderlo ancora piu’ accattivante e trasformare l’accadimento in un punto di forza che rende la tua esperienza visiva e sensoriale unica.
Lei insieme al suo pubblico in quel momento, qualcosa che non si ripeterà. E’ una festa.
Sulle note del primo brano “Love” salta una corda, lei inizia a cambiarla mentre canta, si sposta, si abbassa, si rialza inizia a cantare di nuovo, si rialza Wallis si, come quando giovanissima dopo aver perso tutte le dita della mano sinistra ( quattro furono ricostituite ) decide di girare la chitarra e di imparare a suonarla nell’altro verso cosa che contribuira’ al suo modo di suonare non convenzionale.

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Si rialzò, perché la musica e l’espressione di ciò che si sente dentro è piu’ forte di tutto di qualsiasi impedimento e se è vero, se è puro, niente puo’ fermarla.
La corda non si sistema, la musica va, esce di campo, chiama qualcuno, si avvicina a Michael (Michael Vinne Basso ) e ridono dell’accaduto mentre lei continua a cantare.
Passa la chitarra finalmente ad un tecnico che si materializza sul palco e tra gli applausi e il divertimento del pubblico e qualche battuta continua la sua performance.
Roba da matti. Non si è abituati a tanta libertà a tanta non convenzione.
Sei una forza della natura.
C’è spazio per andare a fondo come nell’esecuzione della meravigliosa “Change” in quel “waited al my life for this, and now I feel a light” seduta alle tastiere gridando al mondo che l’amore puo’ farcela, puo’ vincere, basta non piegarsi e se e solo se a patto che si è disposti a crederci, crederci fino in fondo.
Si va a fondo ma sempre con quel sorriso e la leggerezza di chi ha compreso che certi messaggi si condividono insieme in un abbraccio che coinvolge tutti, nessuno escluso.
Per questo quella richiesta a tutti di tenere la mano in alto, prendere il fiato e tenere piu’ a lungo una nota da lei scelta e suonata intonando il pubblico.
Il vincitore che rimarrà voce e mano in alto piu’ tempo vincera’ una birra della sua scorta personale. Momento top.
I momenti piu’ energici di un live senza soste sono l’esecuzione di “That leads the way”, “Fantasy”, per arrivare al culmine con “Odom” e con quello che è un singolo che mette d’accordo tutti anche chi a casa è pane e Metal colazione , pranzo e cena : “Control”.
Dall’inizio alla fine le due parole che mi tormentano da quando sono bambino e che concerto dopo concerto delle grandi personalità a cui ho assistito rimbombano in un ossessivo eterno ritorno : Artista e Professionista. E sono artisti quelli che ho avanti. E grandi professionisti.

E non ci sono scorciatoie.
E non ci sono compromessi.

Non posso non chiedere a Wallis chi sono stati i suoi compagni di viaggio e chi maggiormente l’ha influenzata :

Chi sono i tuoi compagni di viaggio in termini di influenze musicali?
"Ne ho diversi, il piu’ importante è stato certamente mio padre, lui adora la musica ed e’ grazie a lui che ho scoperto il Rock, la Black e la Soul Music.
Mi diceva sempre “Vieni qui, ascolta questo”.
Sono la sesta di sette figli e ci amiamo molto, ho avuto una formazione cattolica e sono cattolica. Sono stata influenzata dai miei genitori, dal piccolo posto dove sono cresciuta dove il papa è una importante figura di riferimento per la nostra comunita’.
Mi ha dato modo di operare e ragionare sui difficili temi che colpiscono la società, problematiche come l’Alcol ad esempio.
Musicalmente, Ani Di Franco è stata molto importante per me e a ragionarci bene l’unico genere dove non sono veramente mai entrata ma che mi propongo di approfondire quanto prima è la musica classica."
Ecco la Comunita’, la risposta mi da il la per una domanda che avevo riservato per lei :
Ieri ho pensato questo : Troppe poche persone pensano alla comunità per poter dire noi oggi di essere una comunità.
Votiamo per persone con la speranza che le stesse si prendano cura della comunita’ ma oggi con l’informatizzazione i problemi in cui mettiamo tanto del nostro tempo sono lontani da noi. Ci occupiamo del muro voluto da Trump dimenticandoci di quello tra noi e il nostro vicino o del fatto che non c’è un lampione sulla via che porta a casa nostra. E’ questo il progresso che aspettavamo? Qual’è la tua idea di comunità?
"La comunità è per me qualcosa di veramente locale. Diciamo che questo è quello a cui il capitalismo ha portato, ne sono un po’ fuori. Per questo la gente è abituata a vedere il grande quadro senza rendersi conto delle piccole porzioni che lo compongono. Puoi dire “mondo” se inizi per piccole località. L’informazione è veramente immediata. Quasi come se fosse qualcosa gia’ presente nel nostro codice binario. Abbiamo possibilità di essere connessi a distanze prima non immaginabili addirittura di poter arrivare a Dio in un certo senso.
Ma la comunità siamo io e te qui ora. Inizia da dove sei ora e muoviti avanti da qui.
Non pensare a come fissare il Mondo, pensa a come fissare la situazione.
Ci sono persone che vivono realmente una seconda vita nella rete. Che non vivono al di fuori della stessa. Spesso penso che molte di queste persone siano una sorta di gamers, che giocano con la realtà stessa. Quando vivi nella realtà reale ti rendi conto che la realtà non è solo una ma ci sono piu’ realtà. Ad esempio quando sogni se ti rendi conto che il sogno è tanto vero da riuscire ad afferrarlo in quel momento diventa realtà. Realtà vissuta che puoi afferrare e raccontare come esperienza."
Dico a Wallis di essere contento che lei non sta vivendo in un sogno in questo momento quando è proprio Tracey a materializzarsi e sento Wallis dire : “Yes, this is our reality”.
E’ in quel momento che finalmente la conosco e rimango contagiato dall’energia che generano l’una accanto all’altra.

Grazie a entrambe, per avermi fatto sentire parte di questa meravigliosa energia, di questa meravigliosa realtà e seppure non ci siamo mai incrociati nel nostro percorso, grazie davvero, per avermi fatto sentire a casa ( # Home ).

p.s. one minute later…

Wallis si alza, e si preoccupa di capire se abbiamo fame o sete e prende a me e Alessandro che mi ha accompagnato della pizza e delle birre.
Poi scappa via per gli impegni imminenti prima del live.

Rimango seduto, con una peroni in mano, un pezzo di pizza…felice.
La grande bellezza.

Di Stefano Daniele.

Le foto del concerto:

Foto di Alessandro Giglio