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X Factor non cambia gli Afterhours ( o forse si )

Venerdì, 24 Marzo 2017 00:03

Incuriosito e un po’ preoccupato mi reco all’Atlantico a sentire di nuovo gli Afterhours, complice il fatto di non aver voluto leggere le scalette delle date precedenti, mi domando se il concerto sarà più soft per un cambio di pubblico.

Ma mentre l’Atlantico si riempie noto come il pubblico variegato degli Afterhours sembra lo stesso di sempre, con qualche eccezione per piccoli gruppi di teenager che sembrano essere dei novellini, proprio dei concerti in generale.

Finita la mia indagine sociologica sul pubblico mi ritrovo a sentir suonare Andrea Biagioni, guarda caso uno dei concorrenti di X Factor preferiti da Agnelli ( faceva parte della sua squadra ), nonostante la performance in acustico sia degna di nota, non so se per contratto ( proprio per il talent show ) non apprezzo mai quando le cover superano le proprie tracce in scaletta.

Siamo finalmente giunti al momento di raccontare il concerto e giustificare il titolo dell’articolo. Il concerto si apre con “Né pani né pesci” anticipando che la scaletta estiva è stata accantonata, noto che anche gli arrangiamenti sono stati modificati, più acustici e strazianti. Infatti il canto del dolore è la chiave di volta del concerto.
La parte centrale del concerto racconta il tumore, tramite l’esperienza diretta di Manuel Agnelli, che ha perso il padre durante la realizzazione del disco. È proprio il frontman del gruppo ad annunciare il tema presentanto “Ti cambia il sapore” il racconto della chemioterapia e delle medicine che culmina con il pezzo strumentale “Cetuximab” incredibilmente diretto e doloroso che lascia spazio poi di nuovo al silenzio per l’intro acustica di “Grande” il racconto di una promessa ideologica tra Manuel e il padre.

La scaletta segue una linea sinusoidale, che alterna momenti di energia pura a pause di ascolto, ipnotizzando gli ascoltatori, fino alla prima uscita di palco. Qui Agnelli incredibilmente spigliato con il pubblico chiede: “partiamo con gli schiaffoni?” e giù via con Male di Miele.

La fase finale del concerto lascia spazio a molto dialogo con il pubblico, forse l’unica novità dopo la presenza a X Factor è proprio questa, il concerto è alle battute finali e non è stato certamente più pop, anzi mancano all’appello anche molte canzoni di sicuro successo, hanno lasciato spazio a canzoni più malinconiche e introspettive.

Degno di nota anche il riconoscimento alle realtà che a Roma combattono contro gli sgomberi per promuovere cultura, un discorso che culmina con i complimenti all’Angelo Mai per il premio Franco Quadri.

Suona forte “Bye bye Bombay”e il pubblico la canta spesso al posto di Agnelli che rivolge il microfono alla platea, complice anche una voce un po’ provata rispetto al tour estivo. Il concerto si chiude con la presentazione più strana per la canzone che di diritto deve chiudere il concerto “Quello che non c’è”, infatti Manuel racconta una barzelletta che la figlia gli ha raccontato prima della data di Roma.

Curiosi? -Una bimba corre in cucina dalla nonna con un tubicino di pillole : “Nonna, nonna cosa vuol dire LSD?” e la nonna agitata “Ma butta quelle pillole non vedi che c’è un drago in cucina?”

 Scaletta:

-Né pani né pesci
-Qualche tipo di grandezza
-Il mio popolo si fa
-Ballata per le piccole iene
-La sottile linea bianca San Miguel
-Musa di nessuno
-Non voglio ritrovare il tuo nome
-Ti cambia il sapore
-Cetuximab
-Grande
-Costruire per distruggere
-La tempesta è in arrivo
-Noi non faremo niente
-Se io fossi il giudice
-Folfiri o Folfox
-Fra i non viventi vivremo noi
-L'odore della giacca di mio padre
-Male di miele
-La verità che ricordavo
-Tutti gli uomini del presidente
-Bye bye bombay
-Ophryx
-Padania
-La vedova bianca
-Ci sono molti modi
-Quello che non c’è

Di Alessio Valeri.