Extra

Wikileaks.it : la Calabria può essere salvata?

Giovedì, 09 Maggio 2013 23:25

“Se non fosse parte dello Stato italiano, la Calabria sarebbe uno stato fallito, come l'Afghanistan". Così si conclude il rapporto del Console americano a Napoli, redatto sul breve viaggio compiuto dalla delegazione consolare sita nel capoluogo partenopeo nel Meridione d'Italia.

Siamo nel 2008, il Console generale J. Patrick Truhn invia questa missiva “confidenziale” in cui si sofferma sulla situazione della Calabria, come da lui riportatagli dai vertici politici, economici e sociali della Regione negli incontri istituzionali e sulle sue personali impressioni sul viaggio. Il quadro descritto dagli americani è quantomeno desolante: inefficienza diffusa, controllo pervasivo della 'Ndrangheta sul territorio, pessima fiducia della politica locale sul futuro e le prospettive della regione; ciò che colpisce però sono i termini e i dettagli di questa situazione, descritta in maniera minuziosa.

Il documento comincia la narrazione dall'incontro che la spedizione statunitense ha con Agazio Loiero, l'allora presidente della Regione: il Governatore non mostra alcuna fiducia nella Calabria, pur essendo in una posizione sulla carta in grado di smuovere la situazione, determinando lo sgomento del Console americano, che prontamente chiede conto al Presidente dei 14 milioni di euro appena ricevuti dall'Ue nell'ambito del progetto dei Fondi regionali europei, sul come sarebbero o sono stati spesi per fronteggiare la crisi della regione: la reazione del politico locale è devastante, secondo il resoconto “il Presidente ha dato una risposta vaga e ha cambiato argomento”. Dopo questo infruttuoso incontro istituzionale, non meglio va con il Procuratore capo di Catanzaro, Antonio Lombardo, il quale spiega minuziosamente le difficoltà che polizia e magistratura incontrano nel combattere la mafia locale, a causa della connivenza e della paura della popolazione, della struttura a base familiare e “last but not least” della mancanza di attenzione da parte del Governo e dei vertici della Magistratura nazionale: mostra infatti come sia cronica la mancanza di personale, dato che solo dodici delle diciotto posizioni da procuratore risultavano allora coperte e lamentava di come coprire i posti vacanti non fosse considerata una priorità dagli organi centrali. Le sue conclusioni sono quindi sconfortanti: “Il crimine organizzato non viene considerato un’emergenza in Italia” ha osservato Lombardo: “E’ un fattore stabile nel nostro paese. Siamo abituati a perdere una parte del nostro PIL a favore del crimine organizzato e lo mettiamo in conto nella programmazione economica”. In Calabria è quasi impossibili evitare il pagamento di estorsioni o di collaborare con la ‘Ndrangheta, ha continuato: “La gente è vittima e complice al tempo stesso.”

Pur non negando l’importanza delle forze dell’ordine, Lombardo ha detto che in un ambiente ideale esse dovrebbero avere un ruolo marginale: “Noi non siamo il sostituto di una società pulita e civile e di un’economia ben gestita.”

Dopo questa triste conversazione, il Console si preoccupa anche di incontrare, andando avanti col  tour, anche esponenti della società civile come 30 giovani membri dell'associazione “Ammazzatecitutti” nata nel 2007 per contrastare la mafia: lo studente di Giurisprudenza Aldo Pecora, membro dell'ONG ha osservato nell'occasione che il crimine organizzato e le società massoniche controllano virtualmente ogni sfaccettatura della società, compresi il sistema politico e quello economico. Ha affermato che la ‘Ndrangheta può essere considerata come il braccio armato di gente potente. Diversamente dalla ‘Cosa Nostra’ siciliana, ha detto, la ‘Ndrangheta ha stretti rapporti con le strutture governative Calabresi. Il gruppo ha formalmente chiesto al Console Generale di “salvare la Calabria”.

Dopo una breve trattazione sugli interessi economici americani nella regione, il console ha affermato che il turismo può essere la principale spinta economica per la Calabria, ma narra anche di un avvenimento curioso e penoso al tempo stesso: l'anno precedente al viaggio di cui stiamo parlando il Console Generale suggerì che il Presidente della Provincia di Reggio Calabria parlasse con i tour operator che rappresentavano la fiorente industria USA delle crociere navali, le cui migliaia di clienti facevano regolarmente tappa nei porti siciliani, proprio oltre lo Stretto di Messina, perché mettessero in programma una giornata a Reggio per visitare le pregiate statue di bronzo greche e magari visitare il sito archeologico di Locri. La risposta del Presidente fu: “Cos’è un tour operator?”. Giusto per rimarcare la competenza dei vertici politici locali..

In conclusione vi sono le note positive. Il Console infatti si congratula con gli studenti di Scienze politiche dell'Università della Calabria, considerati eloquenti e ben preparati, uno dei pochi esempi brillanti della regione e dove lo scrivente ha stabilito un rapporto forte (l’università sta anche sviluppando un centro innovativo di trasferimento di tecnologia, del quale il Presidente della Regione Loiero sorprendentemente è sembrato non saper nulla). La tappa finale della delegazione è quindi San Giovanni in Fiore definita come un “raggio di speranza per l'intera regione” nel resoconto. Questa è la sede natia del teologo medievale Gioacchino da Fiore, ideatore del messaggio di speranza che Obama ha usato nella campagna elettorale del 2008 (“Sì, noi possiamo!”). La cittadina è sede di un piccolo centro americano, dove il rappresentante dei cittadini americani fornisce lezioni di inglese a giovani e anziani totalmente gratuite.

Nel commento finale, il diplomatico USA afferma che se si vuole risollevare la Calabria, è necessario un serio intervento del Governo, che l'America dovrebbe incoraggiare, nella sua politica internazionale di contrasto al traffico di droga (la regione è un crocevia fondamentale). Bisogna anche puntare sui giovani, vera speranza per il futuro.

Se l'Italia non reclamerà la Calabria come parte dello Stato italiano, questa “continuerà a drenare l’economia nazionale e ad essere un territorio nelle mani degli estorsori e dei trafficanti di droga” .