D’Amore si muore ma io no è il suo primo romanzo, ma in esso evidenzia lo stile presente nelle sue poesie.
Uno stile caratterizzato da frasi brevi e informali, pervase da un velo sottile di ironia.
«Ti ho cercata un sacco, sai?»
«E come hai fatto a trovarmi?»
«Prima ho seguito il sentiero di mollichine di pane.»
«E poi?»
«Il bat-segnale.»
«E poi?»
«La stella cometa.»
«E poi mi hai trovata?»
«Sì. Eri bella.»
«Ero simpatica?»
«Eri sorridente.»
«Ero contenta.»
«Ero impacciato.»
«Però mi hai baciata.»
«Come fosse l’ultima cosa che facevo prima di partire per la guerra.»
«Avevo un bel vestito?»
«Sì, blu e rosso corto, un sacco primaverile.»
«C’era il sole?»
«C’eravamo tu, io e il sole.»
«Hai fatto bene a cercarmi.»
«Sei stata brava a farti trovare.»
Giacomo è un “poeta semiprofessionista vivente”. Un giorno sul volo Torino-Palermo incontra Agata, una aracnologa.
Per il protagonista è subito colpo di fulmine, tanto da convincersi che sarà la madre dei suoi figli.
È destino che i due si rincontrino così da vivere la loro romantica storia.
«Renderti felice significa avere il potere di renderti infelice.»
È un libro per tutti coloro che sognano un amore.
Grazie alla sua ironia si può percepire la fragilità del protagonista, quell’insicurezza che deriva dal desiderio di conoscere l’altro.
In queste righe emerge tutta la sensibilità dell’autore che, come nelle sue poesie, esalta l’ingenuità di chi ama.
«Chi vive di magari muore magarato.»
Di Martina Barbieri.
AUTORE: Guido Catalano
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 396