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Intervista al vicepresidente di Libera sulla mafia

Mercoledì, 12 Ottobre 2016 13:28

Nel programma "Soggiorno Stampa" su Radio Libera Tutti è stato ospite Davide Pati, vice presidente di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” che ha spiegato come vengono riutilizzati i beni espropriati alla mafia e di come l’associazione mafiosa può essere sconfitta sul territorio

In Italia sono 27mila i beni espropriati alla mafia che vengono riutilizzati per scopi sociali e riconsegnati alla collettività. Sono questi i numeri che vengono fuori dal rapporto stilato dall’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata del 31 dicembre 2015. Parliamo di ville, alberghi e palazzi che appartenevano a mafiosi, organizzazioni criminali e appartenenti alla malavita.

Ascolta l' intervista a Davide Pati di Libera - "Mafia ed espropri" su Spreaker.

Questi immobili, distribuiti in tutta Italia, secondo la legge numero 109 del 1996, devono essere riconsegnati ai Comuni, alle Province, alle Regioni o allo Stato, che provvederanno ad affidarli ad associazioni o cooperative che possano riconsegnarli all’utilità pubblica con scopi sociali. Famoso è l’esempio della Casa del Jazz di Roma, ex immobile di proprietà dalla Banda della Magliana, che è diventato un centro culturale per incontri, proiezioni e concerti di primo livello.

Le province con più beni confiscati alla mafia sono Palermo (7242 beni), Reggio Calabria (2139), Napoli (2060), Trapani (1769) e Roma (1530). Questi immobili molto spesso vengono riutilizzati anche per ospitare immigrati o cittadini bisognosi. A Trento, ad esempio, questi appartamenti sono diventate case popolari mentre in Sardegna le case sono state donate agli alluvionati.

Tra i beni confiscati compaiono anche alcune aziende, 2.970 per l’esattezza, che venivano usate per riciclare denaro sporco dalla criminalità organizzata. Queste società vengono portate in liquidazione dallo Stato.

Sugli immobili di maggiore prestigio, più difficili da affidare per scopi sociali, si è espresso il direttore dell’Agenzia nazionale, Umberto Postiglione, che ha dichiarato: “Esistono problemi oggettivi, che riguardano la destinazione di immobili di particolare prestigio. Non sia un tabù venderli e magari reimpiegare il denaro per opere tangibili, per la costruzione di una rete fognaria, per la manutenzione delle strade, per realizzare una piazza”.

Maurizio Costa
Daniele Rizzo
Leonardo Vacca