Extra

Little Sister - Our little sister: una carezza orientale

Sabato, 02 Gennaio 2016 08:21

Uno scenario profumato dai ciliegi in fiore e illuminato dai fuochi d’artificio; una regia lineare e fresca che culla lo spettatore nel delicato mondo femminile, le cui protagoniste sono tre diversissime sorelle unite dall’ amore delle tradizioni, nel Giappone contemporaneo.

 

 

Nelle sale italiane dal 1 Gennaio 2016.

 

Tre sorelle Sachi, Yoshino e Chika, conviventi nella casa di campagna della madre divorziata da 15 anni con il loro padre, si ritrovano a dover partecipare al funerale del loro genitore paterno, dove conoscono la sorellastra avuta dal padre in una precedente relazione, dopo aver abbandonato la famiglia.

La piccola Suzu è una bambina molto diligente, educata e rispettosa, al contrario delle tre sorelle che vivono nel disordine, tormentate dal vuoto della loro infanzia, causato dalla mancanza della presenza del padre per anni.

Dalla proposta di convivenza delle sorelle alla piccola Suzu, nasce una profonda coalizione che le unisce su tutti i fronti. Tanto che durante i preparativi per la raccolta e la produzione del liquore di prugne che le vede interagire in modo sincrono, sostituendo i dolori della famiglia dal passato travagliato in amore e pace del focolare, ripercorrendo nell’immaginario la vita del padre attraverso i racconti della bambina che aveva avuto modo di crescere con lui e conoscerlo.

Il liquore potrebbe essere considerato il simbolo chiave del film, perché segna il tempo passato: il liquore prodotto dalla nonna anni prima è molto più forte, più aspro e più chiaro (come l’anziana ormai deceduta, ha vissuto  una vita aspra e ormai diluita dal tempo); mentre la piccola Suzu ha prodotto un liquore insapore, denso e ancora acerbo.

Il regista  Hirokazu Kore-eda ha avuto come riferimento la novella "Umimachi's Diary", rispettando la sensibilità di  ogni personaggio, con una metaforica carezza porta lo spettatore ad avere una comprensione delle personalità delle ragazze, che hanno reagito in modo molto differente all’abbandono del padre.

Un film delicato, dolce e soave.

Lo stile giapponese vede, come vuole la tradizione zen, uno scenario totalmente naturalistico e famigliare, dilungandosi  sul concetto di unione del focolare, della sacralità della morte e del tormento del tradimento, fino  alle piccole gioie e conquiste della vita quotidiana.

Un vero e proprio racconto cinenarrativo, che mescola la modernità occidentale con le tradizioni e gli sfondi orientali che temperano lo scenario con i caratterizzanti colori pastello. 

 

di Sofia Stella