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Lasciati andare: la commedia da non perdere con Toni Servillo

Mercoledì, 12 Aprile 2017 13:17

L’attore napoletano torna al cinema dal 13 aprile nel nuovo film di Francesco Amato. Cosa succede quando un cinico analista si affida a una bella istruttrice per rimettersi in forma?

Il trailer non dovrebbe farvi impensierire, ma se il poster coloratissimo di Lasciati andare, con un Toni Servillo apparentemente inedito che se la ride – una folta barba bianca e un’età scenica più anziana di quella anagrafica – vi sta facendo preoccupare, potete stare tranquilli: siamo lontani anni luce da qualsiasi nonno scatenato possa venirvi in mente. In verità, l’attore feticcio di Paolo Sorrentino ha scelto un copione che gli permette di giocare, per l’ennesima volta, con le aspettative di un pubblico abituato a vederlo interpretare, il più delle volte, uomini seriosi, problematici e intellettuali. Il bello è che il suo personaggio, nel nuovo film di Francesco Amato, parte esattamente da questo stereotipo. Elia Venezia è uno scontroso psicanalista ebreo profondamente annoiato e privo di stimoli. Divorziato ma ancora dipendente dalle cure di un’ex moglie in cerca di un nuovo compagno, è costretto dal suo medico a iscriversi in palestra per recuperare un minimo di forma fisica. L’incontro con Claudia, una personal trainer smaliziata, confusionaria e soprattutto attraente, sarà l’occasione per specchiarsi di fronte a tutti i suoi limiti e ai difetti che hanno fatto precipitare il suo matrimonio.

Funziona quasi tutto nel film scritto dal regista insieme a Francesco Bruni e Davide Lantieri. Il pregio principale è quello di giocare sul contrasto incrociato fra i due protagonisti e i loro rispettivi mondi, che si portano dietro una serie di personaggi estremamente funzionali – la moglie (Carla Signoris) e i pazienti di Elia; il galeotto balbuziente (Luca Marinelli) compagno di Claudia. Da una parte, troviamo dei caratteri che, affidandosi esclusivamente alla ragione e alle buone maniere, tentano di risolvere i propri problemi nell’incapacità di individuare la vera ragione delle proprie difficoltà; dall’altra, siamo di fronte a una pulsione istintiva senza filtri (emotività passionale, rincorsa ai soldi facili) colpevole di porre in secondo piano l’ordine mentale necessario ad un’esistenza serena. Se Bruni non ha bisogno di presentazioni (ricordiamo la frequente collaborazione con Paolo Virzì), di Lantieri citiamo il buffo e complottista I primi della lista, L’intrepido di Gianni Amelio e il generazionale Dieci Inverni: grazie a una sceneggiatura di ferro che forse indugia qualche minuto di troppo, nella parte centrale, sulle situazioni legate all’attrazione/repulsione della coppia, il film indaga la dicotomia tra ragione e sentimento con una buona comicità fino a un terzo atto estremamente divertente, in cui ogni elemento e personaggio (quello di Carlo De Ruggieri è davvero esilarante) trovano la giusta soluzione narrativa.

Servillo è il solito, magistrale Servillo, abilissimo a mettere in scena un’evoluzione credibile dal rigido aplomb iniziale fino alla lunga, contagiosa e liberatoria risata dell’epilogo (tra l’altro, la stessa immortalata nella locandina); Marinelli, nei pochi minuti a disposizione, si conferma forse l’attore italiano più magnetico ed espressivo in circolazione; Carla Signoris si affida all’esperienza nel creare la giusta tensione col personaggio di Elia. Tuttavia, Lasciati andare deve molto, moltissimo, alla spagnola Verònica Echegui, capace con un’esuberanza quasi spontanea a sostenere un ritmo forsennato che straripa dagli argini della commedia. Francesco Amato, vincitore del premio “Prospettive Italia” al Festival di Roma nel 2012 con Cosimo e Nicole, ha il merito non solo di aver assortito un quadrato di personaggi che si completano a vicenda, ma anche quello di aver indovinato, allo stesso modo, un cast così variegato di opposti (sesso, età, background artistico) che il risultato finale è di gran lunga superiore alla somma delle parti.

Paolo Di Marcelli

Lasciati andare : la locandina

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