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Tornano i leggendari Mummenschanz: dall’8 al 17 maggio al teatro Olimpico

Giovedì, 07 Maggio 2015 17:06

La storica compagnia dei Mummenschanz torna a Roma al Teatro Olimpico dall’8 al 17 maggio, ospite per l’ultimo spettacolo che chiude la quinta edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico. 

Oltre 40 anni di successi, per una delle maggiori compagnie di teatro visivo, famosa per l’uso fantasioso e originale di materiali poveri e di scarto e per il loro personalissimo linguaggio muto delle forme e dei colori, capace di affascinare un pubblico di tutte le età. Immergetevi nella magia del silenzio e delle ombre, dei corpi che mutano e che cambiano, assumendo ogni forma: è lo spettacolo dell’arte visiva, della mimica e del non-verbale, tanto emozionante quanto divertente… 

Le storie raccontate dai Mummenschanz - che la stampa ha definito “Les musiciens du silence” - sono soltanto visive. Non ci sono accompagnamenti musicali, né scenografie. Irrompono sul palcoscenico indossando quello che la nostra società ha depauperato di valore, i nostri scarti: sacchetti dilatati, resti di tubo a fisarmonica, bidoni, fili di ferro o serpentine luminescenti, stralci di stoffa, pezzi di cartone, polistirene, gommapiuma ed altro ancora. Tutti materiali mossi o modellati in modo da generare una fantasmagoria proteiforme centrata sull’umano la quale ci trascina in un insolito girotondo gioioso, sorprendendoci, divertendoci e meravigliandoci ogni volta.

“In questo spettacolo, che si arricchisce di nuovi sketch ancora mai presentati a Roma – racconta Floriana Frassetto fra le fondatrici e attuale interprete della compagnia – c’è tutto il nostro linguaggio: poetico, ironico, stimolante, provocante per la fantasia e per il gioco e pieno di emotività. Siamo uno spettacolo per un pubblico dai 6 ai 106 anni!” 

Fondata a Parigi nel 1972 da Bernie Schürch e Andres Bossard, in collaborazione con Floriana Frassetto, la compagnia Mummenschanz nasce da un progetto artistico fortemente sentito dal trio originario in seguito a intensi anni di studio e di sperimentazione nell’ambito del mimo e della danza. In quegli anni il trio offrì un’alternativa significativa non soltanto al lunare Pierrot, ma anche alla espressività della danza classica.