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Buffa debutta al teatro con "Le Olimpiadi del 1936"

Mercoledì, 02 Novembre 2016 15:45

Le storie di sport spesso nascondo trame di vita incredibili e Federico Buffa porta a Teatro la manifestazione che più fù significativa in merito: le Olimpiadi del 1936.

 

Sulla linea, delle volte invisibile, tra Sport e Storie di vita si muove la narrazione di Federico Buffa, che viaggia su linguaggi teatrali diversi nel corso dello spettacolo. Rappresentando Wolgang Fürstner (il capitano della Wehrmacht incaricato di dirigere il villaggio olimpico), ci porta prima a vivere il villaggio olimpico e le pretese di propaganda della Germania Nazista al culmine dell'ascesa. Così, tramite le idee di Hitler e Goebbels, vediamo come la Germania volesse dimostrare al mondo la sua organizzazione e la sua potenza - cose che, al di là della malignità dell'epoca, riuscì anche a dimostrare - ma sono gli episodi che cambiano la storia e quell'olimpiade passo alla storia per il contrario, uguaglianza e solidarietà.

buffa

Così, ripercorrendo le storie tramite i monologhi di Buffa e le immagini dell'epoca di Leni Riefensthal, ci ritroviamo a gioire 80 anni dopo per Jesse Owens e per le sue 4 medaglie d'oro, e l'innocenza dei suoi pensieri, credendo che quei successi per un afroamericano, avrebbero portato uguaglianza in Germania come in America. Per Sohn Kee chung, che correva più lontano di tutti per fuggire dal dolore di dover rappresentare una bandiera e uno stato che uccideva la sua cultura.

Le emozioni del fruitore vengono sapientemente approfondite con le musiche di Alessandro Nidi (direzione musicale e pianoforte), Nadio Marenco (Fisarmonica) e la voce di Cecilia Gragnani. La sala accoglie l'esordio teatrale di Federico Buffa con un applauso sonoro; il pubblico ha gradito il modo di reinventarsi e per questo vanno citati anche gli altri autori Emilio Russo, Paola Frusca e Jvan Sica, artefici nascosti di un ottimo prodotto teatrale.

Le Olimpiadi del 1936 è in scena dal 1 novembre, al Teatro Sala Umberto di Roma e ci rimarrà fino al 6 novembre.

di Alessio Valeri