Non si apre il sipario.
“American Buffalo” comincia così: la scena è l’interno di un negozio di antiquariato, che ospita, accatastati su scaffali che si inerpicano fino al soffitto, qualsiasi cosa che possa stuzzicare la fantasia di un qualsiasi collezionista.
Ci troviamo a Napoli: Don è il proprietario della bettola. Come un venditore da quattro soldi qualunque, svende uno dei suoi pezzi più pregiati a un collezionista di passaggio. L’“American Buffalo”, la moneta con l’effige della testa di un bufalo, vale una fortuna e Don cercherà in tutti i modi di riaverla.
Come? Rubandola a chi l’aveva comprata il giorno prima.
Qui interviene ‘O Professore, interpretato da Marco D’Amore, famoso attore della serie “Gomorra”. Il suo personaggio, però, non è un mafioso della periferia napoletana, ma un ‘caro amico’ di Don, che cercherà in tutti i modi di aiutare il proprietario del negozio a riavere la sua moneta.
Come un vecchio specchio scrostato, però, questa storia rivela al suo interno una patina scura, fatta di legami d’amicizia traballanti, di invidie e gelosie ulteriormente macchiate dall’avidità di denaro, di azioni che sembrano deplorevoli ma che in realtà nascondono la lealtà.
Una struttura scenica da far invidia al miglior set cinematografico, “American Buffalo” si avvale anche di effetti sonori e luminosi che lasciano il pubblico a bocca aperta, senza togliere nulla alla bravura e alla professionalità degli attori (Marco D’Amore, Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato), che portano in teatro il dramma di una qualsiasi amicizia, intossicata dal denaro e dai vizi.
Maurizio Costa