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Juve e Napoli : due club, due filosofie calcistiche

Domenica, 10 Novembre 2013 22:59

Questa sera, a Torino, andrà in scena il big match della dodicesima giornata di serie A. Sia per i bianconeri che per gli azzurri, questo sarà di certo un crocevia importante, ma che di certo non pregiudicherà quanto di buono hanno fatto sino ad ora.

Ieri nelle rispettive conferenze stampa, i due tecnici hanno furbescamente alzato il livello di tensione, celebrando ognuno l’avversario e mettendolo in condizione di dover obbligatoriamente portare a casa i tre punti (giochi psicologici di “mourinhana” memoria). Proprio analizzando attentamente le personalità dei due mister, si comprende perché il Napoli e la Juventus rappresentino i due poli del calcio italiano. Conte e Benitez infatti hanno nel dna lo stesso modo di vedere il calcio, ma non si può certo dire che entrambi lo vivano alla stessa maniera.

Antonio Conte incarna come forse nessun altro lo spirito combattivo e determinato della Juventus, una squadra che affronta sempre le gare con un grande spirito agonistico e che dopo le vittorie sa trovare sempre il giusto equilibrio per non esaltare troppo i tifosi.

Diametralmente opposta alla figura del tecnico salentino, è proprio quella di Rafa Benitez. L’allenatore spagnolo è a detta di tutti “l’uomo giusto al posto giusto”, un uomo che ha di certo un maggiore spessore internazionale e un palmares finora irraggiungibile per Conte, ma non si può affermare che abbia lo stesso carisma da leader.

Dal punto di vista del gioco è di certo più sbilanciato e poco attento alla fase difensiva. Se la Juventus fa della pressione alta e della fisicità le sue armi principali, il Napoli applica al contrario un gioco fatto di velocità e scambi di prima, ma sempre finalizzato a un calcio per così dire “totale”.

Certo, le differenze di questa sfida non stanno solamente nei loro allenatori, ma anche nelle personalità dei loro presidenti, (mai nessuno ha mai visto un Agnelli scappare dalla sede della FIGC su un motorino senza avere il casco come successo a De Laurentiis due anni fa), ognuno dei quali rappresenta al meglio le proprie tifoserie e città.

La sfida di stasera sa tanto di amarcord degli anni ’80, quando al ‘Comunale’ e al ‘San Paolo’ andavano in scena Maradona e Platini, forse i due più grandi numeri 10 della storia calcistica. All’epoca forse non valeva per lo scudetto e forse nemmeno oggi dato che siamo ancora a Novembre, ma certamente chi vincerà si porterà dietro qualche convinzione in più e qualche dubbio in meno per il proseguo del campionato.