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BARCELLONA : LA FINE DI UN CICLO

Giovedì, 17 Aprile 2014 14:50

Dopo la sconfitta ieri il Barcellona non è più una squadra di marziani, ma solo una del ristretto gruppo di grandi club per così dire "terrestri". Quest'anno sembra essere quello buono per le squadre di Madrid di riprendersi una netta rivincita sul team catalano.

L' Atletico prima in Champions e il Real ieri nella finale di Copa Del Rey vinta per 2-1 non possono che suggellare la fine di un ciclo che sembra essere ormai arrivato sul viale del tramonto. Qualcosa lo si sarebbe potuto percepire quando il mentore Pep Guardiola, il genio dalla lampada che ha creato il famoso tiki taka e che ne ha fatto un marchio di fabbrica se n'era andato perchè lì a Barcellona non trovava più gli stimoli adatti ed è ora ad "insegnare" calcio e vincere trofei in Baviera col Bayern di Monaco.

Forse colpa di uno spogliatoio poco motivato dopo le tante vittorie? Colpa del tecnico Martino che da molti era ed è considerato inadeguato per l'importante ruolo di allenatore in un club così prestigioso? Fatto sta che nel Barca attuale non è rimasto che un'inconcludente possesso palla fine a sè stesso. Gli uomini del "Tata" Martino infatti arrivano come sempre a toccare percentuali mostruose di possesso palla (come potrebbe essere altrimenti con quel po pò di giocatori), ma le conclusioni a rete si possono contare davvero sulle dita di una mano.

Basti pensare alle due gare di Champions League contro l' Atletico di Simeone, in cui Messi e compagni oltre a creare poche occasioni in zona gol, non hanno mai dimostrato quella verve e quella cattiveria, quel pressing alto e asfissiante che tutto il mondo calcistico ha ammirato nel corso di questi cinque anni.

Ieri tutto questo si è visto solo per una mezz'ora scarsa contro i 'blancos' di Ancelotti, che al contrario dei ragazzi in maglia azulgrana hanno dimostrato di possedere nel DNA un calcio più accorto all'occorrenza ma di essere freddi e scaltri nel ripartire grazie soprattutto a fenomeni come Bale, Cristiano Ronaldo, Di Maria e chi più ne ha più ne metta. Un'altro pensiero che potrebbe saltare alla mente riflettendo sul momento no del Barcellona potrebbe essere proprio questo: e se la squadra fosse ancora troppo schiava del tiki taka e del possesso palla? Parlando chiaramente il Barca non ha una vera e propria alternativa di gioco e se ai tempi di Eto'o o Ibahimovic o anche David Villa, si sarebbe potuto modificare il gioco sfruttando un vero centravanti, adesso questo per le caratteristiche fisiche dei giocatori in rosa sembra essere davvero improbabile.

E' anche doveroso però sottolineare che ormai tutto il calcio spagnolo ed europeo conosce il loro gioco e sa prendere dunque le contromisure ed in questo il Cholo Simeone si è dimostrato un maestro, giocando ben cinque partite col Barca quest'anno senza mai uscirne sconfitto. In Spagna da qualche mese parlano di una convivenza difficile o quanto meno mai sbocciata tra i due fuoriclasse lì davanti, vale a dire Messi e Neymar.

Il primo accentratore del gioco (e ci mancherebbe altro visti i numeri e i Palloni d'oro della Pulce) e l'altro ancora giudicato acerbo e fumoso nel modo di produrre azioni offensive. insieme i due hanno prodotto molto meno di quanto ci si aspettasse, ma forse ciò era prevedibile quando gli addetti ai lavori avevano preannunciato l'arrivo dell'asso brasiliano in Catalogna.

Proprio su questo come se non bastasse è arrivato come un fulmine a ciel sereno il caso Neymar, ossia la falsa dichiarazione del suo acquisto, che ha portato alle dimissioni del presidente Rossell, che col senno di poi si è scoperto aver ingaggiato in modo irregolare anche dei ragazzini che ora fanno parte del Barcelona B. A causa di questo il mercato del club rimarrà bloccato per le prossime due sessioni, cosa che se verrà confermata vorrà dire solo immobilismo, sia in termini di giocatori, sia in termini di merchandising.

Adesso per uscire da questo tunnel di insuccessi, sportivi e societari, non resta che provare una 'remuntada' quasi impossibile per il campionato ancora da concludersi e affidarsi per il futuro alla nuova cantera, fresca vincitrice della Champions dei giovani. La storia del Barcellona ci ha insegnato che ripartire da qui rappresenta sempre la scelta migliore.