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Musica

Matteo Cidale e Gianluca Pellerito, due batterie a confronto

Giovedì, 26 Febbraio 2015 16:32

La puntata di Clinker andata in onda mercoledì 25 febbraio 2015 è stata interamente dedicata alla batteria jazz. 

Per l'occasione è stato nostro ospite in studio Matteo Cidale, giovane batterista di La Spezia che ha eseguito un pezzo dal vivo ai nostri microfoni insieme al contrabbassista Giuseppe Romagnoli. Durante il corso della serata ci siamo collegati con Gianluca Pellerito, batterista siciliano studente della prestigiosa Berkelee College Of Music di Boston, che ha risposto alle nostre domande proprio da lì.

Due personalità differenti con la stessa passione in comune per lo stesso strumento musicale. Due (anzi tre) interviste diverse coronate da un po' di buon sano jazz. Per ascoltare cosa ci hanno detto i tre musicisti, il live solo rullante e contrabbasso e il collegamento speciale da Boston, non vi resta che cliccare play sul podcast:

 

Matteo Cidale e Giuseppe Romagnoli:

 

Come mai avete scelto di suonare rispettivamente la batteria e il contrabbasso?

Matteo: «Io volevo suonare il contrabbasso (ride NdR) ma poi ho suonato la batteria. Non so bene perché. All'età di tre anni e mezzo ho cominciato a strimpellare, anche se già all'età di un anno ho iniziato a rompere pentole e fustini del Dash (ride di nuovo NdR). A tre anni e mezzo però ho ordinato a mio padre di comprarmi la batteria e di mandarmi a lezione. Da lì è partito tutto.»

Giuseppe: «Io volevo suonare la batteria (ride NdR). Ho suonato per molti anni il clarinetto, da quando avevo otto anni fino a quando ne ho compiuti quindici. Suonavo con mio nonno nella banda di paese a Genzano di Roma, situazione che mi ha formato molto. Poi ho suonato il basso elettrico con qualche gruppetto rock di amici. E poi ho conosciuto un giovane contrabbassista sempre dei Castelli Romani che mi ha spronato a suonare il contrabbasso. Attualmente sto studiando al conservatorio di Amsterdam

I vostri punti di riferimento musicali quali sono?

Matteo: «Il batterista è sempre quello che sta dietro il resto della formazione, che con il tempo è riuscito ad acquisire la sua importanza. Come dice Roberto Gatto, uno dei miei idoli, la batteria è lo strumento più facile e fruibile a tutti, basta percuotere una pelle. Però poi darci un senso è un'altra cosa. Il batterista è soprattutto un musicista

Giuseppe: «Rispondo come buona parte dei contrabbassisti risponderebbe: il mio musicista di riferimento è Matteo Cidale (ride NdR). A parte gli scherzi, un punto di riferimento è sicuramente Ray Brown. Un altro, per fare un nome contemporaneo, è Christian McBride. Poi Paul Chambers e il contrabbassista che ha suonato con Miles Davis, Ron Carter. Tra l'altro molti dei musicisti che hanno suonato con Miles mi hanno formato e continuano a cambiarmi ogni giorno. E poi ancora, per nominare altri artisti moderni, Joe Sanders, il contrabbassista di Gerald Clayton, che è eccezionale e poi gli invidio molto i suoi capelli, questi dread lunghissimi (ride di nuovo NdR). Un altro infine è Emmett Bruer che ho visto in Olanda due volte e sono rimasto a bocca aperta ad entrambi i concerti.»

Gianluca Pellerito:

Parlaci del tuo disco, "Jazz My Way".

«All'Umbria Jazz mi inserirono in una classe di musica d'insieme all'interno della quale cominciarono a proporre un repertorio. Io avevo una formazione più sul pop e sul fusion e quell'occasione mi proposero qualcosa di jazz: "Cantaloupe Island" di Herbie Hancock. Ne derivò l'idea di farne una versione fusion da portare al saggio finale. Durante l'Umbria Jazz del 2002, il primo concerto della mia vita, feci appunto questo brano di uno dei mostri sacri del jazz, il padre di tutti. Quando poi nel 2012 firmai con la Universal, con i miei produttori abbiamo deciso di fare un intero disco omaggio a Herbie Hancock, che è anche un omaggio a questa storia e che contiene anche un mio brano originale

Studi in una scuola americana molto prestigiosa come il protagonista della storia di Whiplash", il film. Lo studio è veramente così duro come viene raccontato nella trama? Oppure è solo un'esagerazione per romanzare il tutto?

«Il punto di forza di questo film è l'empatia. E' abbastanza simile alla realtà, trovi questo genere di complessi, di big band, di classi di musica d'insieme. Lo studio è così a volte, molto duro. Come film mi ha colpito, ho esultato più dell'attore stesso quando ha ricevuto il premio come miglior attore non protagonista agli Oscar. La musica si basa su un principio molto sottovalutato che è l'empatia e questo film lo dimostra, è l'empatia allo stato brado. Poi "Caravan" sul finale... Sono uscito pazzo (ride NdR). Insegna comunque a non arrendersi mai nonostante le numerose difficoltà

 

Scaletta della puntata:

 

  1. Duke Ellington - Caravan 

  2. Lorenzo Tucci - Talking Drums

  3. Ari Hoenig - Moment's Notice

  4. Paul Chambers - Whims Of Chambers (eseguita da M. Cidale e G. Romagnoli)

  5. D. Ellington, C. Mingus, M. Roach - Money Jungle

  6. Gene Krupa Orchestra - Drum Boogie 

  7. Gianluca Pellerito Quintet - Cantaloupe Island

  8. Gianluca Pellerito Quintet - Chameleon

  9. Gianluca Pellerito Quintet - Jazz My Way