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Musica

Xavier Rudd a Villa Ada incontra il mondo: la recensione del concerto

Mercoledì, 08 Luglio 2015 12:44

Xavier Rudd a Villa Ada Incontra il Mondo: quando il pubblico incontra davvero tutto il Mondo in una sola serata, con un solo concerto. Da one man band a frontman con gli The United Nation. Il nostro punto di vista. 

Questa è un’estate particolarmente calda, e da un punto di vista metereologico e dal punto di vista politico. Sono giorni importanti: la questione dei migranti respinti dalla Francia e rispediti in Italia come fossero pacchi postali, la Grecia che con un referendum decide di dire no al piano di riforme dei creditori. Un’Europa unita sulla carta ma nei fatti divisa più che mai. Sono proprio giorni come questi che l’unica cosa che rimane da fare è uscire, recarsi in uno dei parchi più belli di Roma e provare di nuovo a respirare. Sono le 19.30 quando entro a Villa Ada, fa ancora caldo ma la quiete, la pace e la tranquillità mi fanno sperare che mi attendono altre ore di piacevoli sensazioni.

Quando cala ormai la sera sul palco si affacciano due tizi con chitarre acustiche al collo, sono i Viva Lion, mi godo così questo quarto d’ora acustico in apertura. Tempo di sistemare il palco e con tutta la calma del mondo entra Xavier Rudd solo, sono le 22.20.

Si presenta con una chitarra ed il suo didgerodoo, lo strumento che lo caratterizza, si siede e rimarrà su quella sedia per gran parte della serata; il pubblico freme dalla voglia di ballare ma ancora non è il momento, apre con cautela e fa in modo che entrino poco dopo tutti i componenti della sua band: The United Nations, nome non scelto a caso dato che ogni membro del gruppo arriva da un continente diverso. La prima impressione che ho è che sto guardando uno spettacolo che abbraccia l’idea di concerto ma anche l’idea di teatro: è da subito evidente che Xavier vuole arrivare non solo con la sua musica ed i suoi testi ma anche con l’aspetto visivo e vuole sottolineare da subito il suo legame con gli aborigeni in Australia facendo sventolare varie volte sul palco la loro bandiera.  Intorno a me diverse generazioni, ci sono prevalentemente ragazzi ma anche tante famiglie con bambini a seguito ed anziani, segno che l’unità tanto proclamata da Xavier nelle sue canzoni e nelle battaglie in cui è coinvolto (dalla salvaguardia del pianeta all’unione e la fratellanza tra i vari popoli) potrebbe cominciare anche da questo. Man mano che lo spettacolo incalza si balla sempre di più, sto assistendo a tutti gli effetti ad un concerto di musica reggae, con quelle leggere sfumature di ska da cui esso deriva, si danza, l’atmosfera è quella di una festa, sul palco non vedo un artista con la sua band ma un gruppo di amici, un gruppo più che mai unito, in maniera viscerale. Una nota di merito va alle coriste incastrate perfettamente in quella cornice, non si sono fermate un secondo e la loro voce era davvero emozionante. Quello che però voglio farvi capire è che nessuno dei componenti è stato messo in secondo piano, non stiamo parlando di Xavier Rudd e la sua band, stiamo parlando di Xavier Rudd che fa parte della sua band, venendo anche lui da un altro continente, con la sua storia ed il suo bagaglio di esperienze.  A metà concerto quando accenna le prime note di Follow the sun, successo scoppiato anche per il pessimo remix passato quest’inverno su tutte le radio fm, il pubblico partecipa con un grosso applauso e ne vuole ancora di quella musica, di quelle parole, di lui, di loro.

 

Per il finale Xavier decide di chiudere con effetti speciali, ma non pensate che siano partiti fuochi d’artificio o nastrini dal palco, non stiamo assistendo ad un concerto rock: si alza prende con una mano il suo didgerodoo e incalza il suo pubblico, la sua band, a ballare insieme a lui ancora più forte, sempre di più, facendo alzare un polverone di terra che ci spinge a muoverci ancora di più, sul palco danzano tutti, Xavier si scioglie i suoi lunghi capelli abbandona tutti gli strumenti e si lascia trasportare dalle note della sua band, fa salire qualcuno del pubblico e tutti saltano, si abbracciano avvolti da un sound che preme sempre più forte. Un finale magico reso ancora più indelebile dall’ultimissimo pezzo che decide di eseguire da one man band, di nuovo seduto con la sua chitarra, solo all’ultimo rientra il resto della band che si unisce in un abbraccio dietro di lui cullandosi sulle sue dolci note. Tutto questo mi fa pensare che la musica ha un potere molto forte e che di sicuro unisce, sarebbe bello poter far ascoltare più musica come questa a tutti quelli che ogni giorno decidono le nostre sorti, forse le cose potrebbero cambiare davvero.  

Xavier Rudd a villa Ada Incontra il Mondo : Tutte le foto della serata

 

 

 

 

 

foto di Nicola Siesti