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Musica

In The Grove #12: il pugno sonoro dei The Oneinchpunch

Mercoledì, 15 Luglio 2015 18:18

Secondi a salire sul palco in questa dodicesima serata di "In The Grove - RLT Unplugged" sono i The Oneinchpunch, gruppo rock che è riuscito abilmente a trasformare le sue tipiche sonorità fortemente elettriche in qualcosa di molto più acustico.   

The Oneinchpunch: ossia? Come mai avete scelto questo nome per il gruppo?

Helias Marson (voce e chitarra):«Abbiamo scelto questo nome perché il "one inch punch" è una pratica del kung fu, delle arti marziali. Significa che con lo studio dei movimenti umani, del corpo, e con la cinetica in poco spazio si riesce a dare un colpo più forte rispetto ad un colpo caricato. Intendiamo, visto che siamo una band prevalentemente elettrica, il colpo, il pugno sonoro che vogliamo dare con poco sforzo e con poca fatica. Il rock all'estero, soprattutto quello americano, ha questa peculiarità: la botta del suono.»

Quali sono gli artisti che hanno maggiormento influenzato lo stile del gruppo?

Helias Marson (voce e chitarra): «I membri che hanno portato avanti la band siamo io e Stefano Silvestri, il bassista. Noi suonavamo cover dei Deep Purple, musica anni settanta. Crescendo, abbiamo cominciato ad ascoltare anche il rock più contemporaneo come i Foo Fighters o i Nickelback. L'influenza principale viene dal rock moderno. Puntiamo alle sonorità più attuali, più studiate. Però nell'approccio live cerchiamo di divertirci prima di tutto. Non vogliamo essere, con tutto il rispetto, come i Dream Theater che dal vivo sono perfetti come quando ascolti il disco. Sono bravissimi, ma a noi piace di più com'era il live negli anni settanta, un certo impatto. Comunque io Stefano veniamo più dal prog e dall'hard rock.»

Cristiano Schirò (batteria): «Io sono un po' retrò rispetto ad Helias, parto dai Led Zeppelin  e arrivo agli inizi degli anni ottanta. E poi mi fermo.»

Ilia Krisanov (chitarra): «Io invece attingo più dagli Alterbridge, dai suoni più metal. Però anche io sono partito dai capisaldi dell'epoca.»

Helias Marson (voce e chitarra): «Noi prima eravamo un trio, poi abbiamo cercato un altro chitarrista perché cercavamo di modernizzare il suono. Soprattutto nei live c'era questa carenza. Dal punto di vista degli anni settanta andava bene perchè era un power trio proprio di quell'epoca. Suonare in modo diverso rispetto al disco, con un altro arrangiamento.»

Cristiano Schirò (batteria): «La cosa che ci rispecchia di più degli anni settanta è la fase live. Il fatto di dover rivisitare il pezzo con dei piccoli errori. L'errore deve esserci nei limiti del gusto ovviamente, deve aggiungere qualcosa.» 

E' stato complicato trasformare le vostre sonorità elettriche di sempre in qualcosa di più acustico?

Helias Marson (voce e chitarra): «Non è stato difficile. Tutti i brani del primo disco sono stati scritti con chitarra acustica o con pianoforte, quindi di base sono pezzi nati in acustico. E' stato più difficile trasformare in elettrico certe sonorità che suonavano già complete. Ad esempio io ho dovuto incattivire la voce perchè è diverso cantare in acustico dove la voce è più pulita ed intimista. Io e Stefano amiamo molto le linee melodiche molto morbide, da ballad. Quindi in sostanza abbiamo solo pulito la voce e aumentato la ritmica.»

Cristiano Schirò (batteria): «La voce è l'elemento più cangiante.»

Da dove arriva la decisione di far parte del contest che vi ha portato poi ad essere inseriti in una compilation per Emergency? Raccontateci quest'esperienza.

Helias Marson (voce e chitarra): «Abbiamo partecipato a questo contest e siamo arrivati tra i primi tre classificati. Il contest si chiamava Rock and Blues. Per un periodo quindi la gente ci poteva ascoltare in questa compilation, il cui devoluto sarebbe dovuto andare a Emergency. In pratica però quest'applicazione (era una compilation digitale, dovevi scaricarti questa app a pagamento) dopo un paio di settimane è stata chiusa. Abbiamo dedotto che i soldi siano andati in tasca all'organizzatore. Purtroppo succede anche questo nel mondo della musica e nell'underground.»

Cristiano Schirò (batteria): «Cogliamo l'occasione per informare i musicisti, soprattutto i più giovani, di quanto è accaduto.»

State lavorando ad un nuovo disco: potete rivelarci qualcosa in anticipo?

Helias Marson (voce e chitarra): «Da quando Ilia è entrato nel gruppo stiamo cercando di trovare un compromesso sonoro per la seconda chitarra e ci siamo quasi riusciti. Abbiamo idee nuove per alcuni brani. Contiamo di far uscire un singolo entro l'anno prossimo. Vogliamo anche registrare in una nuova forma alcuni brani del disco vecchio.»

Cristiano Schirò (batteria): «Se ce lo consentite, vorremmo salutare Francesco Benedetti, il nostro vecchio batterista che ha lasciato la band a causa di alcuni impegni molto importanti con il conservatorio. Siamo in buoni rapporti con lui. i The Oneinchpunch sono nati anche grazie a lui.»

 

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foto di Simone Piloni