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Musica

Daniele Silvestri: La mia Casa, testo e interpretazione

Lunedì, 15 Febbraio 2016 23:39

In quest'articolo trovi il testo di La mia Casa, brano estratto da "Acrobati", l’ultimo disco dei Daniele Silvestri. L'interpretazione è contenuta nel podcast che trovi qui in basso, registrazione della puntata di terryXplane su Radio Libera Tutti, interamente dedicata al nuovo album di Daniele Silvestri. 

 

 Trovi l'interpretazione di La mia Casa al minuto 9:24 di questo podcast!

 

La mia casa è a Lisbona
a metà di una collina
dove l’aria è sempre buona
in una piccola stradina che si inerpica
guidata da rotaie
che spariscono ogni curva
e resistono alla furba ammaliazione del progresso
che qui tanto non disturba neanche adesso
Questione di contesto e di cultura
La mia casa è una finestra in migniatura
e dopo i tetti in lontananza, il mare aperto

La mia casa è Marrakech
In quella piazza sgangherata
Così bella da sembrare una pittura
Così forte da restarti appiccicata
Pure essendo totalmente priva di una architettura
E questa cosa nessuno mai l’ha spiegata
Che quella piazza lì non è fatta di niente
Solo di polvere e di musica, e di gente colorata
Casa mia è la, e c’è sempre stata

La mia casa è in un ostello di Berlino
Chiaramente riadattato come tutto
in questo splendido casino organizzato
Dove niente è come sembra
O perlomeno niente è più com’era stato
E tutto quanto intorno me lo insegna
Che il passato che è già stato fatto a pezzi come un muro
Qualcosa ne è rimasto per orgoglio tutto il resto invece
è proiettato nel futuro
Se poi verrà il momento in cui ci vuole il sole
E un vento che ti chiama
Casa mia sarà una cava a Favignana
Tra due ali di farfalla
Una bianca come il tufo e dolce
Quasi come l’altra è dura ed è gialla

La mia casa è Camden Town
e la Londra dei canali
Dei mercati sempre pieni
Degli inglesi sempre strani
Dei vinili che nascondono tesori mai sentiti
La mia casa allora affaccia sul Tamigi
E forse è molto più lontana e in cima agli scalini di (?)
Forse casa mia è a Parigi
Tra la Bastiglia e il Bataclan
Si casa mia è a Parigi
Tra la Bastiglia e Notre-Dame

Perché ho amato mille volte
E mille volte ho cominciato
E ho lasciato mille pezzi del mio cuore
Sul sagrato delle chiese
Nel cortile abbandonato di un (?)
Sul tettuoso muro a secco (?)
Su di un ponte chilometrico di Istanbul magnifica e geniale
Che riesce a trasformare il mare in fiume e viceversa
Il fiume in mare

Nella mia casa è tutta Roma
Perché è qui che sono nato
In mezzo ai preti, i gladiatori, gli avvocati, i senatori,
I tassinari, gli impiegati, le bariste, gli artigiani,
I rigattieri, i poliziotti, i cravattari, le puttane
E le duemila fontanelle per le strade
Dove l’acqua scorre sempre e non si ferma
Come se l’acqua fosse Roma
Come se fosse eterna
Come se l’acqua fosse Roma
Come se fosse eterna