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Musica

Michelberger Music: il concerto segreto a Berlino con i grandi della musica

Mercoledì, 05 Ottobre 2016 21:39

Bon Iver, Damien Rice e altri 80 artisti per una settimana chiusi in un hotel di Berlino a suonare in concerti misteriosi? E’ successo alla fine di settembre. (foto da Twitter/Senyawa)

A Berlino si trova un hotel molto particolare, il Michelberger, i cui proprietari hanno saputo, nel corso degli anni, tessere dei legami particolari con parecchi artisti, tanto da poter lanciare, nel 2011, un minifestival: si suonava nei corridoi, nella lobby e nelle camere dell’albergo.

Cinque anni dopo rilanciano l’iniziativa, ma in grande: si crea un passaparola tra gli artisti, che sono invitati tutti a trascorrere una settimana nell’albergo per creare, comporre, sviluppare collaborazioni. Hanno risposto all’invito i fratelli Dessner dei The National, Bon Iver, Damien Rice, The Staves, Lisa Hannigan, Woodkid , Alt J e molti altri. Alla fine della settimana, nel weekend del 1 e 2 ottobre, si sono tutti esibiti ai Funkhaus studios, sede della radio pubblica della DDR durante la Guerra Fredda.

Il concerto nell'ex sede della radio della DDR

Alla base di questo esperimento ci sono state la collaborazione a discapito dell’egocentrismo e la totale libertà creativa. Ecco il messaggio apparso sui sito del Michelberger Hotel

“WE’RE PUTTING A WEEKEND FULL OF MUSIC TOGETHER, INVITING OUR FRIENDS FROM ALONG THE WAY. IT’S ABOUT NEW MATERIAL, COLLABORATIONS, UNIQUE ARRANGEMENTS AND DISSOLVING BORDERS”

“Stiamo organizzando un weekend pieno di musica tutti insieme, invitando i nostri amici conosciuti lungo il percorso. Si creerà nuovo materiale, collaborazioni, arrangiamenti unici e si dissolveranno i confini.”

Il festival, che sarebbe più corretto chiamare “happening”, non era legato ad alcun evento benefico, sebbene ogni artista abbia partecipato senza compenso: di conseguenza, il costo del biglietto è stato calcolato solo per coprire i costi di produzione (€48 per un giorno, €88 per il weekend).

Non c’era neppure una line-up delle esibizioni, che di solito viene annunciata in anticipo.
Il pubblico si è ritrovato nel weekend senza sapere dove e quando i vari artisti si sarebbero esibiti, scoprendolo semplicemente passando attraverso diverse stanze: dalla grande sala da concerto, agli hangar, agli studi più piccoli ed intimi, ciascuna ospitante una performance diversa. Tra le varie cito come esempi quella dei Bon Iver con The Staves e con il coro Cantus Domus, che hanno anche tenuto una performance assieme a Damien Rice, e quella di Justin Vernon assieme Woodkid, per un totale di 60 ore di musica.

Speriamo che questo evento, così diverso e innovativo, possa essere esportato presto in molte altre location europee.

 

Di Giulia Caputo