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Bob Dylan e il Premio Nobel: i migliori 10 testi del "poeta" americano

Venerdì, 21 Ottobre 2016 09:28

I testi delle canzoni più belle di Bob Dylan, premiato quest'anno con il Nobel alla Letteratura. A dicembre, se l'artista americano accetterà, si terrà la cerimonia di consegna del premio. 

 

Ormai è fatto noto a tutti: Bob Dylan, all’anagrafe Robert Allen Zimmerman, il 13 Ottobre 2016 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura. Era da tempo che l’assegnazione di questa onorificenza non provocava una mobilitazione dell’opinione pubblica di tale portata: com’era prevedibile c’è chi ha approvato con entusiasmo tale decisione e chi, risentito, ha reputato fuori luogo questo riconoscimento senza ovviamente sconfessare gli innegabili meriti artistici di Dylan. Si è aperta perciò una querelle piuttosto accesa in merito alla natura stessa della letteratura e alla contaminazione fra i diversi canali di trasmissione artistica. A tal proposito, presentiamo qui una selezione di dieci brani di Bob Dylan che per la bellezza dei testi potrebbero essere un punto a suo favore in questa interminabile diatriba. Una scelta complessa nella quale non sono state contemplate canzoni celeberrime come Blowin’ in the Wind, Mr. Tambourine Man o Like a Rolling Stone. Capolavori indiscussi ma, come già è stato detto, più che noti. Testi tratti dal sito italiano su Bob Dylan Maggiesfarm

A Hard Rain's a-Gonna Fall (1963, The Freewheelin' Bob Dylan)

“E cosa hai sentito, figlio mio diletto ?
Cosa hai sentito, ragazzo mio caro ?
Ho sentito il rombo di un tuono, che ruggiva come un avvertimento,
ho sentito il fragore di un'onda tale da sommergere il mondo intero,
ho sentito cento suonatori di tamburo con le mani in fiamme,
ho sentito diecimila sussurrare e nessuno ascoltare,
ho sentito un uomo morire di fame, ho sentito molte persone ridere,
ho sentito la canzone di un poeta morente in un canale di scolo,
ho sentito il suono di un clown che piangeva nel cortile,
e una dura, e una dura, e una dura, e una dura
e una dura pioggia cadrà.”

Dylan scrisse questo pezzo in piena crisi missilistica di Cuba e la “pioggia” di cui si parla nella canzone è stata da molti ritenuta una metafora del fall-out atomico, la caduta delle scorie radioattive in seguito all’esplosione di un’ atomica. Dylan ha tuttavia più volte sottolineato la portata più universale del pezzo, definendolo un brano “di disperazione” e “di terrore”.

The Lonesome Death of Hattie Carroll (1964, The Times They Are a-Changin')

Oh, ma voi che filosofate sulle disgrazie e criticate tutte le paure,
affondate profondamente il fazzoletto sulla vostra faccia
perché è questo il momento per le vostre lacrime

Ispirata da una vicenda realmente accaduta, The Lonesome Death of Hattie Carroll è l’impietoso racconto di una storia d’ingiustizia e razzismo. Hattie, barista nera di 51 anni, viene bastonata a morte dal giovane e ricco William Zanzinger il quale sarà condannato a soli 6 mesi di reclusione.

My Back Pages (1964, Another Side of Bob Dylan)

Bene e male, io definivo questi termini
in maniera chiara, senza dubbi, in qualche modo.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.”

Con questa canzone sembra che Dylan abbandoni la rigidità manichea, associata qui alla vecchiaia, delle lotte civili degli anni ’60 per i diritti civili. Il suo non è un tradimento: è diventato semplicemente in grado di cogliere le diverse sfumature di ciò che lo circonda. I dubbi ed il continuo interrogarsi sulla natura delle cose rendono la mente viva, quindi “giovane”.

It Ain't Me, Babe (1964, Another Side of Bob Dylan)

Dici di stare cercando qualcuno
Che prometta di non lasciarti mai,
qualcuno che chiuda i suoi occhi per te,
qualcuno che chiuda il suo cuore,
qualcuno che muoia per te ed anche di più,
ma non sono io, tesoro,
No, no, no non sono io, tesoro,
non sono io, quello che cerchi, tesoro.”

It Ain’t Me, Babe è una canzone d’amore disilluso, l’amara presa di coscienza di un rapporto impossibile. Con poche e semplici parole l’io lirico ci rende partecipi del senso di inadeguatezza rispetto a quella che era la sua donna. Degna di nota è anche la cover di Johnny Cash e June Carter.

It’s All Over Now, Baby Blue (1965, Bringing It All Back Home)

Ecco laggiù il tuo orfano con il fucile
che piange come un fuoco nel sole
I santi stanno arrivando
ed è tutto finito ora, bambina triste”

Chiaramente una canzone d’addio. Da sempre i fan si interrogano sull’identità, mai chiarita dall’autore, della (o del) baby blue del brano. Fra i papabili: Joan Baez, Paul Clayton, David Blue o lo stesso pubblico di Dylan, sentitosi tradito dall’abbandono da parte del cantautore del sound caratteristico del folk.

Sad Eyed Lady of the Lowlands (1966, Blonde on Blonde)

Con le fiamme della tua infanzia e la tua coperta di mezzanotte
ed i tuoi modi spagnoli e le medicine di tua madre
e la tua bocca da cowboy e le tue spine da coprifuoco
chi tra loro pensi potrebbe resisterti?”

Una canzone d’amore dedicata all’allora moglie di Dylan, Sara. L’identità della destinataria, seppur già chiara, verrà confermata nel brano Sara contenuto nell’album Desidere (1976): “Stayin' up for days in the Chelsea Hotel, Writin' Sad-Eyed Lady of the Lowlands for you” (“Restando sveglio per giorni al Chelsea Hotel, scrivendo Sad-Eyed Lady of the Lowlands per te”).

Shelter from the Storm (1975, Blood on the Tracks)

Vivo in un paese straniero ma sto per attraversare il confine
la bellezza cammina sul filo del rasoio, un giorno la farò mia
Se solo potessi tornare indietro all'ora in cui Dio e lei nacquero
Entra - disse lei - Ti darò riparo dalla tempesta

Il dolore per l’imminente separazione dalla moglie Sara, il distacco dall’amore paragonato ad un “riparo dalla tempesta” è magistralmente raccontato con l’utilizzo di immagini bibliche: la sofferenza dipinta come la Passione di Cristo.

Idiot Wind (1975, Blood on the Tracks)

Non riesco più a sentirti, non riesco persino più a toccare i libri che hai letto
Ogni volta che strisciavo oltre la tua porta speravo di essere qualcosa di diverso
Giù sull'autostrada, sui binari, sulla strada per l'estasi, ti ho seguito sotto le stelle
ossessionato dal tuo ricordo e da tutta la tua gloria rabbiosa

Un’altra canzone che parla di distacco, questa volta più radicale e rancoroso. Dylan, tuttavia, negherà di averla scritta in riferimento al naufragio del suo matrimonio con Sara. Lou Reed parlò del brano come la “canzone che avrebbe voluto scrivere lui stesso”.

Every Grain of Sand (1981, Shot of Love)

Oh, i fiori dell'indulgenza e l'erbaccia degli anni passati,
come criminali, hanno soffocato il respiro della coscienza e del buon conforto.
Il sole batte sui passi del tempo per illuminare la strada
Per affievolire il dolore dell'ozio e la memoria del declino.”

Pieno di riferimenti biblici, questo brano è stato definito da Paul Nelson di Rolling Stone come “la Chimes of Freedom e la Mr. Tambourine Man del periodo cristiano di Bob Dylan”. Pochi anni prima infatti, nel 1978, Dylan divenne un cristiano rinato.

Dark Eyes (1985, Empire Burlesque)

Oh, la prostituta è in Paradiso
E l'ubriaco è al volante
La fame paga un prezzo troppo grosso
Alla caduta degli Dei della velocità e dell'acciaio
Oh, il tempo è breve ed i giorni sono dolci
E la passione guida la freccia che vola
Un milione di facce ai miei piedi
Ma tutto quello che vedo sono occhi scuri.”

La vista di “una donna triste con gli occhi scuri al New York Hotel” avrebbe ispirato a Dylan questa canzone. Famosissima è la versione cantata in coppia con Patti Smith, ben dieci anni dopo l’uscita dell’album.

Il dubbio però rimane. La produzione di Bob Dylan è ascrivibile all’insieme di quello che viene comunemente considerato “letteratura”? Ciò che possiamo dire con certezza è che il concetto di letteratura è cambiato radicalmente a seconda delle diverse coordinate spazio-temporali: Callimaco, poeta greco d’età ellenistica, aveva come manifesto programmatico la massima “Mega biblìon, mega kakòn” (“grande libro, grande male”) e possiamo dunque ipotizzare che non avrebbe affatto apprezzato la Recherce di Proust. Lo stesso genere del romanzo è stato a lungo bistrattato e considerato un genere di intrattenimento “basso”, destinato a persone incolte e rozze. Possiamo inoltre aggiungere che i poemi omerici, prima di venire trascritti, hanno avuto un lungo periodo di trasmissione aurale dal momento che venivano cantati dagli aedi. Si può concludere col dire che i concetti di arbitrarietà e contaminazione hanno grande rilevanza in ambito artistico e i confini fra le varie discipline divengono, a seconda dell’occasione, più o meno netti. È dunque, banalmente, tutta una questione di punti di vista.  

Di Eliana Scala