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La Nuova Compagnia di Canto Popolare e gli Osanna all’Auditorium: la recensione del concerto

Mercoledì, 07 Dicembre 2016 13:39

In data 6 dicembre la prestigiosa cornice della Sala Sinopoli (Auditorium Parco della Musica) ha ospitato la tappa romana della Nuova Compagnia di Canto Popolare e degli Osanna impegnati nel tour “50 anni in buona compagnia”, una serie di concerti che ha la finalità di celebrare mezzo secolo di attività sulla scena musicale.

Due complessi dalle sonorità apparentemente distanti in quanto la NCCP è un’autorità nel campo della musica folk napoletana mentre gli Osanna sono un gruppo progressive, anch’esso di origine partenopea. Tuttavia, malgrado queste differenze formali, l’accostamento dei due repertori si è rivelato una scelta vincente.

Il concerto ha avuto una struttura tripartita: i primi a salire sul palco sono stati i musicisti della Nuova Compagnia di Canto Popolare capitanati dall’inossidabile Fausta Vetere (voce e chitarra del gruppo sin dal 1966) e da Corrado Sfogli (strumenti a corda, chitarra, chitarra battente, bouzouki, mandoloncello, mandola).

La NCCP, impeccabile sotto il profilo strumentale e vocale, ha presentato un repertorio di brani fra i più noti della tradizione popolare napoletana. Fra i tanti ricordiamo la commovente interpretazione di Ricciulina che ha aperto il concerto e ha da subito confermato l’incredibile potenza vocale della Vetere; La Morte de Mariteto, lo straziante lamento di un uomo che si augura la morte del marito della donna che ama; la coinvolgente ‘A vita è ‘na taranta e Meu Core, un malinconico canto d’amore per il cui arrangiamento Corrado Sfogli dichiara di essersi ispirato alla Penny Lane dei Beatles.

Fra un brano e l’altro sale sul palco Patrizio Trampetti, ex membro della NCCP, che ricorda il cantante e chitarrista Carlo d’Angiò, scomparso lo scorso settembre, al quale è dedicato l’ultimo album del gruppo.

Dopo il cambio palco segue la seconda parte della serata che vede protagonisti gli Osanna i quali si presentano in scena col volto pesantemente truccato, loro marchio di fabbrica, come rivisitazione contemporanea della maschera tradizionale napoletana (della quale invece si servono spesso i musicisti della NCCP).

Tecnicamente eccellenti, gli Osanna aprono la loro esibizione con una carrellata di brani classici della tradizione napoletana (‘O Pazzariello e Michelemmà, per citarne un paio) per poi cimentarsi in un medley di canzoni di gruppi storici del prog rock italiano quali sono la PFM, gli Area ed il Banco del Mutuo Soccorso con una dedica particolare a Francesco Di Giacomo, lo scomparso cantate del Banco.

Segue un’entusiasmante interpretazione di due brani di Luis Bacalov (Prelude e Canzona) facenti parte della colonna sonora di “Milano calibro 9” concludendo infine con L’uomo, cavallo di battaglia della band estratto dal primo disco risalente al 1971.

L’ultimo set del concerto vede gli Osanna e la Nuova Compagnia di Canto Popolare insieme sul palco alternando brani degli uni e degli altri creando un’ottima sinergia fra atmosfere folk e sonorità prog. Finale d’antologia con la Tammurriata Nera, celebre canzone del 1944 che racconta la vicenda di una donna napoletana la quale mette al mondo un figlio mulatto poiché concepito con un soldato nero durante l’occupazione americana.

Uno spettacolo gratificante che mette da parte gli aspetti più stereotipati, e spesso offensivi, ai quali purtroppo siamo abituati quando si parla di una città complessa come Napoli. Una città che troppo spesso funge da capro espiatorio delle brutture del nostro Paese e della quale vengono spesso dimenticati i punti di forza.

E mi sento di dire che, fra questi, vi è sicuramente la tradizione artistica e musicale della quale la NCCP e gli Osanna sono stati egregi testimoni e portavoce. 

Eliana Scala