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Musica

Il ritorno degli Eugenio In Via Di Gioia

Martedì, 25 Aprile 2017 18:25

Durante la puntata di Blu andata in onda venerdì 21 aprile 2017 abbiamo intervistato Paolo Di Gioia, batterista degli Eugenio In Via Di Gioia, gruppo torinese che ha da poco pubblicato il nuovo album "Tutti su per terra" e che ha cominciato il nuovo tour proprio al Quirinetta di Roma il giorno dopo.

 

 

EUGENIO IN VIA DI GIOIA LIVE AL QUIRINETTA: LEGGI LA RECENSIONE DEL CONCERTO

Parlaci di questo nuovo disco. Come nasce e perché "Tutti su per terra"?

«Nasce negli ultimi due anni. E' stato un lavoro lungo sia per quanto riguarda i testi (è Eugenio, il cantante, che li scrive) sia per quanto riguarda la musica. Tra le date del vecchio disco e le prove, siamo riusciti a tirare fuori questo "Tutti su per terra". E' una visione un po' pessimista e realistica della società di oggi. Ci sono dei brani in cui l'ironia viene sempre fuori perché è il nostro cavallo di battaglia, ma abbiamo una visione più introspettiva e più cattiva. "Tutti su per terra" per dare risveglio a questa umanità. C'è un continuo confronto con la natura. Parla di questo dualismo tra natura e uomo.»

Questo disco contiene un featuring con Willie Peyote. Come è nata questa collaborazione?

«Rap e cantautorato secondo noi sono abbastanza vicini. Willie Peyote si può definire un rapper cantautorale. I suoi testi ci sono piaciuti fin da subito. E' nata per caso, l'abbiamo incontrato ad un concerto. Io in amicizia gli ho proposto di ascoltare i nostri pezzi e gli ho chiesto di collaborare con noi, se gli andava. Mi ha preso sul serio e un giorno è venuto da noi in sala prove. Gli è piaciuto tanto il pezzo "Selezione naturale" e ci ha detto "Ragazzi, dobbiamo farlo insieme".»

Cosa ascoltano gli Eugenio In Via Di Gioia?

«Abbiamo gusti completamente diversi e questa cosa secondo me funziona perfettamente all'interno di una band. Io sono amante del blues. Emanuele Via, il pianista, è invece amante del prog, anche del prog italiano come la PFM. A Lorenzo piace l'indie, soprattutto band italiane e invece Eugenio ama il cantautorato vero e proprio, stile Gaber e Jannacci, infatti alcuni pezzi possono ricordare questi grandi artisti. Abbiamo gusti diversi ma riusciamo ad amalgamare il tutto.»

Tra questi nuovi brani ce n'è qualcuno che è più significativo per te?

«"La prima pace mondiale", l'ultima traccia del disco. Mi piacciono i Beirut e quel brano ricorda quello stile là con i fiati. E' un brano che mi è piaciuto fare e che mi piace molto suonare.»

Di Francesca Marini.