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Caparezza : Giotto Beat, testo e interpretazione

Venerdì, 11 Aprile 2014 20:19

 Un viaggio metastorico e metaforico tra la pittura trecentesca del maestro Giotto, l'Italia post-bellica del boom economico e il presente, con l'occhio acuto e attento dell'artista più geniale degli anni 2010, Caparezza. Buona Lettura!

Nel frattempo potete godervi la lettura delle interpretazioni di Cover  e di Non me lo posso permettere, Giotto Beat e Mica Van Gogh e  Fai da Tela e è tardi!

 

 

 

Ye ye, ye ye!

Il pezzo inizia con un piglio sincopato che già fa crescere la voglia di ascoltarlo, e lo "ye ye, ye ye", il primo verso del brano, già ci mostra uno dei piani storico-metaforici su cui muove questo pezzo anfibolico e straordinariamente complesso: gli anni '60, dove appunto spopolava la moda dello yeye, cioè quel vizio di accompagnare tutte le canzoni, nelle parti prive di testo, canticchiando questo magico ye ye. Ne è un pratico esempio Gianni Morandi con "Andavo a Cento all'ora" ( per trovar la bimba mia, ye ye ye ye ye ye ye ye).

 

Siamo lenti, serve un photokit, 

Il primo predicato del pezzo è un presente indicativo: ecco che il brano si sdoppia sul piano storico-metaforico di cui parlavamo all'inizio e prende forma nell'attualità. Siamo lenti a recepire i cambiamenti, dice Caparezza, ma ognuno di noi è anche una lente che indaga sulla storia; ecco la prima ricetta del Capa, serve un photokit per migliorare la definizione delle nostre lenti d'ingrandimento sulla storia. 

siamo scaricabarile, senza prospettive, 

Donkey Kong, 8 bit, 

Siamo un popolo che tende sempre a scaricare le responsabilità delle proprie disfatte sugli altri, abbiamo un futuro incerto e bidimensionale, senza futuro né prospettive, come del resto è a due dimensioni e scarica barili per professione Donkey Kong nella prima versione della Nintendo in 8 bit. 

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servono accordi, chiamate Vladimir Horowitz, 

La seconda ricetta della Pala Eolica sulla statale ( Caparezza, vedi "Canzone all'Entrata", si, provo un trasporto eccezionale per le sue rime) è il compromesso, gli accordi appunto; e maestro di accordi e scale era sicuramente Vladimir Horowitz, uno dei concertisti e interpreti più raffinati del XX secolo. 

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prima che un pelato con il fez, faccia un nuovo blitz.

Sbrighiamoci a prendere delle misure importanti, prima di cadere nelle catastrofi del passato, come quelle provocate dal pelato con il fez, Benito Mussolini, dopo il suo blitz, la sua marcia su Roma. 

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Qui problema è la caduta, ragiona Cassel!

Ci vorrebbe una nuova canzone, tu suonala, Sam!

Veramente complessa è l'interpretazione di questo distico: due sono le citazioni sicure, una quella dubbia e, lo ammetto, forse solo frutto della mia fantasia o di un caso, di cui magari - ma non credo- nemmeno il Capa si è accorto( simile a quella su Sotheby's/Sosa Peace in Non me lo posso permettere). Nel primo verso Caparezza cita il film L'odio, film francese di Mathieu Kassovitz con protagonista appunto Vincent Cassel, di cui una delle frasi più famose è " Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio!". Allora la Pala Eolica sulla Statale invita Cassel a riflettere: nel caso del nostro pianeta, il problema è rappresentato anche e sopratutto dalla caduta dei valori, etici ed economici. Ci vorrebbe anche una nuova canzone, un nuovo genere musicale che unisca più gente possibile in un solo ideale: la citazione del secondo verso è per il film Casablanca di Micheal Curtiz del 1942, la cui frase più celebre è sicuramente " Suonala ancora Sam, mentre il tempo scorre". Arriviamo alla mia suggestione; possibile che sia solo un caso che la rima Sam-Cassel corrisponda al nome di uno dei più importanti playmaker NBA della storia e attuale GM dei L.A. Clippers, Sam Cassell, appunto?

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Lambretta, la 500, la moda del Surf, 

ora aspetta siamo in cinquecento alla coda del SERT!

Caparezza sogna un ritorno, o quantomeno glorifica l'età più prolifica della nostra storia, quella del Boom Economico, degli anni '50 e '60, quando l'Italia in pochi anni si trasformava da paese con alle spalle vent'anni di Fascismo e con la II guerra mondiale combattuta nei suoi confini, a una delle 8 potenze industriali del mondo ed entrava nel G7, poi ridenominato G8 ( giotto). La Lambretta, la 500 e il surf sono i simboli di quell'epoca radiosa e piena di speranza, il SERT ( Servizio per le Tossicodipendenze) riempito da drogati è il simbolo di un'epoca difficile come la nostra. 

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Più rassegnati, più dubbiosi, più poveri, più anestetizzati 

di un paziente in recovery room, 

nati col mito del Boom,

morti col BTP Bund, 

Siamo nati col mito del Boom economico, e nel 2010 abbiamo rischiato di andare in default a causa dell'ormai celeberrimo spread, cioè il differenziale tra i rendimenti dei nostri titoli di stato e BTP Bund tedeschi. 

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appizza le orecchie, tipo Legolas, Orlando Bloom!

Non c'è molto da spiegare in questo verso, sono solo orgoglioso di aver trovato l'immagine di Legolas che "appizza le orecchie" come descritto dal Capa XD

Rivoglio li ballo del mattone

mi giro, ma mi ritrovo solo sul mattone

a giocare alla Wii, 

Continua la nostalgia sentimentalista del Salvemini, che culmina nella differenza abbisale tra la socialità e i conati d'amore espressi dal ballo del mattone, cantato da Rita Pavone, e il mattone made in Nintendo per tenersi in forma, soli e depressi, la Wii Fit. 

carboni ardenti scalzo, tolgo le gambe da qui, 

sono caduto, ma mi rialzo, Mohamed Alì!

Uno degli eroi di quest'epoca descritta da Giotto Beat è sicuramente Cassius Clay, Mohamed Ali, ed è celebre il suo aforisma: " non c'è niente di male nel cadere, è sbagliato rimanere a terra".

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Rit.

Ho bisogno di una prospettiva, come negli anni 60, con la radio che mi canta: ye ye, ye ye,

Ho bisgono di una prospettiva, di un nuovo punto di vista, me l'ha detto l'oculista: ye ye, ye ye,

Ho bisogno di una prospettiva, tra chi ha torto e chi ha ragione, di una terza dimensione: ye ye, ye ye!

Ho bisogno di una prospettiva, come gli affreschi di Giotto, come chi pesti al G8!

Giotto ( G8) Beat!

In quattro versi di ritornello il brano assume sfaccettature nuove, moderne, straordinarie, essenzialmente meravigliose. Gli anni '60 erano sicuramente l'epoca delle prospettive, del futuro che non poteva che sembrare radioso ai nostri antenati: come ribadito in tutto il brano, Caparezza sente il bisogno per il nostro paese di recuperare una speranza, un barlume di serenità. C'è bisogno anche di un nuovo modo di guardare le cose, un punto di vista che possa interpretare meglio dei nostri contemporanei il nostro presente. C'è bisogno di una prospettiva che trasformi il modo ordinario di osservare la realtà, il nostro modo, basato sulle divergenze tra il vero e il falso, tra chi ha ragione e chi ha torto, tra chi sembra sbagliare e chi sembra fare il giusto. Ma è nell'ultimo verso, in queste ultime 15 parole Caparezza si consegna al Pantheon della canzone italiana: Giotto è il pittore italiano che nel 1300, dopo secoli di medioevale bidimensionalità, ha riportato la prospettiva nell'arte figurativa, una prospettiva ancora empirica, non scientifica, ma di certo geniale. Cercavano invece una prospettiva diversa dal capitalismo i ragazzi torturati e, nel caso di Carlo Giuliani, uccisi, a Genova nel 2000 in occasione del G8.. Ed ecco allora che la parola "prospettiva" assume un significato diverso a seconda che si leghi a due parole diverse, ma in realtà allo stesso fonema ( Giotto-G8). Pensate sia abbastanza? Vi sbagliate, perché è nel titolo della canzone il tocco finale del genio: la locuzione Giotto Beat contiene al suo interno:

1- Giotto Beat, per ricordare il tema della strofa, perché è appunto la Beat Generation quella che Caparezza ricorda nostalgicamente. 

2- G8 Beat, perché beat in inglese può significare anche malmenare, pestare, come i ragazzi del G8 di Genova.

3- Giotto Beat, cioè il groove, il ritmo, la cadenza di Giotto: la canzone delle prospettive e di Giotto. 

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Serve ripresa e stabiità,

steadycam,

Serve un giusto mix di ripresa e stabilità per tornare ai tempi d'oro, come coniuga riprese e stabilità la steadycam, appunto la videocamera strettamente legata al busto e che permette all'operatore di effettuare le riprese a mano libera. E tra l'altro l'espressione "steady income", simile per assonanza al verbo caparezziano, rappresenta un'entrata fissa mensile, nei '60ty's obiettivo abbordabile, ora un miraggio. ( un grazie speciale ad Antonio Tavella che ha individuato questo meraviglioso particolare)

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voglio risvegliarmi là,

nell'Italia post-bellica.

Tutti al mare Sabato e Domenica,

accendo la tele niente oscenità,

Tenente Sheridan.

Riprendiamo fiato dopo il ritornello da brividi appena ascoltato e continuiamo con l'esegesi del brano. Continua il racconto di un periodo storico cui Capa deve essere particolarmente afffezionato, il dopoguerra ( vedi Io Diventerò Qualcuno), con i primi week end di villegiatura per le famiglie piccolo borghesi e la TV maestra di vita e di buon costume, senza tette e culi, e col Tenente Sheridan.

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Cin cin , presidente Saragat,

coltivate la speranza,

noi ce la fumiamo,

come canapa!

( Meraviglioso il riferimento scoperto da Matteo Pellegrini, che ringraziamo, tra Sheridan, celebre liquore, e il "Cin cin del verso successivo!)

Piace particolarmente al Capa il dopoguerra anche per la massiccia presenza di alcool ( cin cin), tanto caro a Giuseppe Saragat, presidente della Repubblica dal 1964 al 1971 e soprannominato "Barbera", e di marjuana, e di hashish. 

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Sotto il sole con il panama, 

nel futuro ci si spara ma, 

per un pugno di mosche, come a Galaga.

Nel futuro, rispetto ai 60ty's, quindi l'età contemporanea, ci si spara senza motivo, per un pugno di mosche, come a Galaga, videogame della Namco del 1981.

Lo spettacolo elettorale 

è uno show penale,

non resta che filosofeggiare, 

come Schopenauer,

Nelle elezioni non riponiamo più speranze, non ci resta che tentare la via degli eremiti, dei santi e dei geni dell'arte e rifugiarsi nella negazione dell'egoismo e della cieca volontà di vivere, come novellato da Arthur Schopenauer.

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e non so nemmeno più da chi farmi governare, 

vedo circhi ma non vedo pane, dillo a Giovenale

Una delle citazioni più dotte che ho trovato nella produzione caparezziana: il poeta latino Giovenale, in una delle sue satire, così canta: "duas res populus anxius optat, panem et circenses", ovvero, il popolo desidera ardentemente due cose, il pane e il circo, ovvero il cibo e il divertimento. Dice bene la Pala Eolica sulla statale, in Italia è pieno di circenses, ma comincia a circolare sempre meno panis. 

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Questa realtà non fa per me, come Faberge,

Splendida anche questa citazione: Karl Gustavovic Faberge era un orafo russo, creatore delle famose uova Faberge, uova simili a quelle di Pasqua nella concezione, ma realizzate con metalli nobili finissimi e con grande perizia orafa. Bene, forse non sapevate che Faberge, dopo esserne scappato per anni, fu talmente sconvolto psicologicamente dalla Rivoluzione Russa che nel 1920 si lasciò morire per il dolore.. Evidentemente la realtà del socialismo non faceva per lui. 

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vado a naso come un sommelier, con il Cabernet, 

In questo presente si va a tentoni, a naso, come un sommelier che degusta un buon vino. 

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Vorrei ballare lo ye ye, girando il Piper Club, 

ma sono in fase di stallo girandola del Mac!

Un ossimoro in due versi: la vita mondana notturna del Piper Club negli anni '60 e lo stallo del caricamento nei computer Mac Intosh ( grazie a coolflame del Forum Ufficiale di Caparezza per la correzione)

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Rit.

Ho bisogno di una prospettiva, come negli anni 60, con la radio che mi canta: ye ye, ye ye,

Ho bisgono di una prospettiva, di un nuovo punto di vista, me l'ha detto l'oculista: ye ye, ye ye,

Ho bisogno di una prospettiva, tra chi ha torto e chi ha ragione, di una Terza dimensione: ye ye, ye ye!

Ho bisogno di una prospettiva, come gli affreschi di Giotto, come chi pesti al G8!

Giotto ( G8) Beat!

 

Dicci tu qual è la prospettiva!

Non lo so ragazzi!

Dicci tu qual è la prospettiva!

e fosse facile!

Dicci tu qual è la prospettiva!

Sono solo un cantante!

Dicci tu qual è la prospettiva!

Mi lamento e basta!

Dicci tu qual è la prospettiva!

Non pagare l'IVA!

Dicci tu qual è la prospettiva!

Lavorare a nero!

Dicci tu qual è la prospettiva!

Pasolini perdonami!

Dicci tu qual è la prospettiva!

Giotto Beat!

Spero che, come successo per Cover e Non me lo posso permettere, sarete in tanti a scrivere sulla nostra pagina Radio Libera Tutti per consigliare interpretazione più puntuali, esprimere i vostri pareri, discutere con me delle canzoni e perché no, interpretare anche voi un pezzo, visto che essendo un lavoro lungo e faticoso, non potrò farlo per tutti i brani di Museica. 

Intanto se vi è piaciuto l'articolo, piazzate un like e magari condividetelo sulla vostra bacheca, per voi è solo un click, per me e per noi un grande, grandissimo riconoscimento di un duro lavoro. Grazie e, continuate a leggere le interpretazioni di Radioliberatutti su Museica!