Extra

ADRIANO VITERBINI @RLT MUSIC SHOW

Venerdì, 04 Dicembre 2015 23:54

La redazione musicale di RLT ha raggiunto ADRIANO VITERBINI, il chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion che ha da poco presentato il suo secondo album da solista, intitolato Film O Sound.

 

Adriano Viterbini è uno dei più forti chitarristi italiani sulla scena in questo momento. Romano di nascita, lui è un cittadino del mondo. Già in seguito all'uscita del fortunato Goldfoil, nel 2013, Adriano ha viaggiato oltre oceano per un tour che lo ha visto protagonista sulla scena internazionale, oltre che nazionale. Il suo primo album da solista è un viaggio dentro alle radici più profonde del blues americano, raccontato in modo così genuino da definirlo "blues primitivo".

Dopo due anni di lavoro e collaborazioni con artisti del calibro di Fabio Rondanini (Afterhours) e Alberto Ferrari (Verdana) esce Film O Sound, un'audace mix tra quel blues autentico e ritmi/suoni del continente nero. L'album, presentato da Bomba Dischi il 23 Ottobre, è stato anticipato dal singolo Tubi Innocenti, una vorticosa danza Tuareg scritta e suonata insieme a Fabio Rondanini. E' già iniziato il tour nazionale e quello USA è in programma per il 2016

Adriano Viterbini si racconta a Radio Libera Tutti, e spiega cosa lo ha spinto a tentare una svolta che sembra tanto folle quanto ovvia, conoscendolo. Giuliano e Francesca, attraverso il microfono, rivivono tutti i passi più importanti e le questioni più enigmatiche della carriera di questo artista

 

Rispetto a Goldfoil del 2013, in questo disco hai lasciato entrare molte persone, ci sono molte collaborazioni.

«Non è stata premeditata questa cosa delle collaborazioni. Durante i tour con i Bud Spencer Blues Explosion, mi sono ritrovato a fare delle jam sessions insieme a Fabio Rondanini dei Calibro 35 oppure insieme a Bombino, a suonare del jazz con Ramon. Mi è sembrato naturale quindi mettere nel disco tutte queste amicizie musicali e il risultato è la cosa che mi sembrava più sincera: rappresenta perfettamente questa cosa.»

Per quanto riguarda le collaborazioni, abbiamo la voce di Alberto Ferrari dei Verdena per la cover di Bring It On Home di Sam Cooke. Come mai avete scelto proprio questo brano?

«Primo, il brano è emozionante, è un pezzo di cui mi sono invaghito tempo fa. All'inizio avrebbe dovuto essere strumentale, poi ho pensato che sarebbe stato bello inserire una voce importante. Quando si esegue un brano del passato, ho paura di cadere nel vortice del revival, come spesso succede. Ho pensato che sarebbe stato più contemporaneo, più sincero, più mio mettere una voce dei giorni d'oggi, piena di feeling, piena di passione e molto diversa dai timbri del passato.»

Nelle recensioni questo disco viene definito in molti modi. Mentre il precedente era più traditional blues (eravate solo tu e la tua chitarra), qui invece ti sei aperto a nuove collaborazioni e quindi ad una world music. Questo passaggio, questi ritmi africani e leggermente orientali c'è anche nel disco dei Bud Spencer Blues Explosion in qualche brano. Qui però sembra proprio che tu abbia mischiato la world music con il blues. E' solo una sensazione?

«Questa cosa avrei voluto farla con i Bud Spencer Blues Explosion, magari però non in maniera violenta. Nei miei dischi invece ho inserito tutte le versioni musicali con le quali mi esprimo meglio, cercando di far suonare queste undici tracce in maniera omogenea nonostante provengano da dialetti diversi.»

In questi due album citi sia Monte Cavo che Nemi. Quindi hai un amore particolare per i Castelli Romani.

«Penso sia naturale condividere con gli altri le proprie radici. Io fantastico tanto e vado spesso lontano ma ci sono tante cose belle fuori casa e tante delle mie idee mi vengono andando in giro nei posti in cui sono cresciuto e mi piace fare un tributo a questa cosa.»

Due dischi pubblicati quest'anno che ci consiglieresti di ascoltare?

«Uno è un disco uscito per l'etichetta discografica Glitter Beat che si occupa di beat e musica africana: si chiama Pad Power. E l'altro è un disco che ho comprato ultimamente: è un disco jazz, di Kamasi Washington.»

Francesca Marini e Giuliano Mormone per Radio Libera Tutti