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SCARDA live @Montegentile Sporting Club - "A LEAF IN THE GROVE"

Giovedì, 04 Febbraio 2016 14:00

Scarda è stato il primo a salire sul palco di "A LEAF IN THE GROVE", la serie di notti acustiche nel bosco di Monte Gentile organizzata da Radio Libera Tutti tra Febbraio e Marzo 2016

 

Cantastorie, dottore, esilarante.

Tre parole tra loro distanti, ma una descrizione adatta ad un artista che racchiude le sue esperienze e le sue sensazioni proprio lì, nelle sue storie..pardon, canzoni.

Nato a Napoli, calabrese di adozione e trasferitosi a Roma , laureato in Giurisprudenza e artista: Scarda è una vera e propria contraddizione vivente, forse proprio il suo punto forte, che lo rende traghettatore di sogni, ma di quelli fermi e concreti.
“I piedi sul cruscotto” è il suo modo di dipingere la quotidianità tra versi e strofe, un disco che affascina e trascina in una bellezza genuina, creata dall’uomo e che si sostiene con il sentimento più semplice e insieme più complesso: l’Amore, quello istintivo, impetuoso e dolce al tempo stesso. Una raccolta di storie di esperienze di vita nella ricerca del proprio Io che trova il suo equilibrio nelle cose che ci circondano ogni giorno e ce lo racconta con ironia, leggerezza e profondità insieme.


Video e Foto di Scarda live@ A Leaf In The Grove

La prima serata passata con Scarda è stata bellissima, anche grazie alla vostra immancabile partecipazione ! Ecco a voi...

Pubblicato da RADIO LIBERA TUTTI su Giovedì 11 febbraio 2016

 

Intervista a Scarda 
di Arianna Franzolini

Non possiamo non citare il perché i più ti hanno conosciuto: la nomination per il David di Donatello per la “miglior canzone originale” per il film Smetto Quando Voglio. Non è certamente un’esperienza che tutti hanno il privilegio di provare. Com’è scrivere musica per un film? Avresti creduto di finire a scrivere musica per una produzione simile?

« E’ molto interessante proprio l’attività in cui vieni coinvolto, io questa canzone l’ho scritta appositamente per il film: mi hanno dato il copione e io, sulla base di quello, ho scritto la canzone. Siccome era la prima volta che lo facevo non sapevo neanche se sarei stato in grado di farlo, quindi è stata anche una bella sfida con me stesso, se vogliamo dirlo cosi. Per prima cosa speri di aver scritto una cosa decente [ride] che poi quando l’ascolta chi te l’ha commissionata speri che gli piaccia anche perché essendo comunque un film prodotto dalla Fandango, insomma, una cosa seria, speri che l’operazione vada in porto. E quando ho scritto la canzone, ho fatto sentire il provino al regista, perché lui me l’ha commissionata, e gli è piaciuta, devo dire che sono stato molto contento, e qualche mese dopo questa cosa della title track è diventata realtà.»

Una curiosità, visto che hai avuto l’opportunità di scrivere questa title track per un film: qual è, per te, la differenza tra lo scrivere una canzone commissionata da qualcuno, magari per un film, copione alla mano, e scrivere musica per sé e in base alle proprie esperienze?

« Bella domanda, siccome non ci ho mai pensato ci rifletto un po’ insieme a voi. La differenza credo sia la spontaneità: quando scrivi, generalmente, è perché senti il bisogno di esprimere qualcosa, mentre invece quando diventa un lavoro commissionato sei meno coinvolto emotivamente, sei più freddo, e quindi cerchi invece di sembrare caldo, ma in realtà è una finzione, ecco. Però le canzoni che scrivevo prima, le mie canzoni, sono delle storie raccontate e cantate, poi scrivere una storia che non avevo inventato io mi ha fatto comunque sentire nel mio stile. L’importanza, alla fine, è quella di far sì che qualcuno si ritrovi nella canzone.»

Ti è capitato di pensare e domandarti a che punto del film sarebbe stata posta la canzone, a quale scena avrebbe fatto da sottofondo?

« Sì, me lo sono immaginato in effetti, poi purtroppo mi hanno messo nei titoli di coda [ride] però va bene così. Alcuni hanno visto il film aspettando la mia canzone perché magari mi conoscono e non si alzavano dalla sedia perché non sentivano il mio pezzo, poi alla fine è arrivato. Io esisto grazie a chi rimane fino alla fine della proiezione.»

Parliamo del tuo Smetto quando voglio: tu sei un artista che ha avuto un bell’avvio, e sicuramente avrai anche un bel seguito, però se tu dovessi smettere oggi di fare quello che fai, cioè cantare, cosa faresti?

« Sono laureato in Giurisprudenza, quindi probabilmente continuerei quella strada lì, a malincuore, ma lo farei, in qualche modo bisogna campare [ride]. E’ stata una botta di…fortuna effettivamente, per quanto possa essere fortunato uno a fare l’artista, comunque, andando per ordine, io studiavo giurisprudenza, non è che abbia questa passione per il cantautorato da molto, è iniziato tutto nel 2012. Fortunatamente mi mancavano pochi esami quando è iniziata ‘sta storia, sarei stato scemo a mollare tutto, quindi ho preso la laurea e mi sono messo a fare il cantautore; non dico che guadagno molto, più o meno quanto un impiegato, ecco, mi salvo nei diritti d’autore per questa canzone. Però almeno faccio qualcosa che non è facile fare nella vita: quello che si vuole fare.»

Qual è invece la tua canzone preferita del tuo album? Magari quella che hai più sentito, quella che è stato più difficile scrivere.

« Parlare delle proprie canzoni è un po’ come parlare dei propri figli, è difficile dire che ne preferisci una ad un’altra, posso dire però quella che mi ha dato più soddisfazione. Probabilmente “Io lo so” perché è un pezzo che ho scritto per una mia amica che io pensavo avesse problemi, pensavo fosse un po’ depressa, poi ho notato che piace un po’ a tutte le ragazze. Forse è lei la mia preferita.»

A parte il nostro evento, sappiamo che c’è un tour che è partito da Perugia e tornerà a Roma il 4 marzo, come stanno andando queste date?

« E’ un tour che si aggiorna continuamente, usciranno altre date, ma quelle che sto facendo stanno andando proprio alla grande, un po’ al di là delle mie aspettative perché magari so di avere un certo seguito in varie città, però quando questo seguito che pensi di avere realizzi che ce l’hai davvero è molto bello. In questi concerti che sto facendo è sempre pieno di gente, anche di qualcuno che viene appositamente, poi si crea una sorta di reazione a catena: basta che in una città ti ascoltino 50 persone, quelle vengono con tre amici a testa e diventano 150. C’è davvero molta attenzione, gente che canta, è una cosa davvero bella, e un po’ però mi fa rosicare perché purtroppo sono uno che non ha molti amici ai piani alti, se vogliamo dirla così, la mia forza è che ho un pubblico in cui si parla. Ho davvero difficoltà a volte a suonare in giro, in città come Milano, Torino, Firenze, che ancora non ci ho suonato, ma se ci vado lo riempio il locale. Io non chiedo che a qualcuno piaccia l’arte, io sto parlando di  soldi, se mi chiami al tuo locale ci guadagni [ride].»

Tu poi in realtà hai una famiglia un po’ allargata, parti da Napoli, calabrese di adozione…

« La prossima città in cui mi trasferirò sarà Milano, vado a mettere la bandierina anche al nord [ride]. Ci sono solo nato a Napoli, poi la mia famiglia si è trasferita in Calabria, infatti ai miei concerti è pieni di terroni.»

 A LEAF IN THE GROVE
PROGRAMMA COMPLETO